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Case di Cura Riunite, torna la protesta dei lavoratori: "Abbandonati dalla politica"

Il prossimo 11 luglio i 200 ex dipendenti delle CCR torneranno in piazza. In cassaintegrazione da quasi 18 anni, chiedono il reinserimento in altre strutture sanitarie

Gli ex dipendenti delle Case di Cura Riunite scendono nuovamente in piazza. Dopo il sit-in di protesta messo in atto a maggio davanti alla sede del Consiglio regionale, i circa 200 lavoratori delle ex CCR torneranno a manifestare il prossimo 11 luglio, con un corteo che partirà da piazza del Ferrarese per concludersi sotto la sede del Consiglio regionale.

La richiesta, la stessa da quando 'la via crucis' degli ex CCR è cominciata, ormai 18 anni fa, è una soltanto: poter tornare a lavorare, essere reintegrati in nuove strutture sanitarie e non essere costretti a sopravvivere con poco più di 400 euro al  mese, immersi nella totale incertezza per il futuro. "Ogni giorno - scrivono in una nota i lavoratori riuniti nel comitato "Gli invisibili ex Ccr in mobilità" - tutti ci mettono in croce, dobbiamo fare i conti con i dissidi familiari e le lamentele dei creditori, le bocche da sfamare, affitti di casa da pagare, le bollette non pagate con la preoccupazione che vengano interrotte le forniture di gas e luce, le rate dei mutui scaduti".

"Caro Vendola, - prosegue la nota rivolgendosi direttamente al presidente della Regione - chiediamo lavoro, pretendiamo un futuro. Sarebbe già un passo in avanti se il  Governatore della Puglia ricevesse una delegazione di ex CCR in protesta".

L'INTERVENTO DI DECARO - Intanto ieri il consigliere regionale Pd Antonio Decaro è tornato a sollecitare un intervento di Vendola e dell'assessore alla Sanità Attolini sulla faccenda. "Rispettare la legge regionale n. 4 del 2010 che prevede, nelle Asl e negli Irccs pugliesi, una riserva di posti di lavoro da assegnare ai lavoratori ex Ccr".  In una nota, Decaro ha ricordato inoltre che "negli anni passati molti lavoratori ex Ccr hanno trovato in quella legge la soluzione al problema occupazionale: una strada in salita - rileva il consigliere - lungo la quale è il momento di fare lo sprint finale per ricollocare gli ultimi 200 lavoratori che, oggettivamente, oggi vivono in condizioni insostenibili, con poche centinaia di euro al mese". "Il Partito democratico - conclude Decaro - assicura che queste persone non saranno lasciate sole e che nessuno si dimenticherà della loro vertenza".

 

 

 

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