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Economia

Dagli scaffali alla rete di solidarietà, la lotta allo spreco di cibo va a 'buon fine'

Si chiama così il progetto promosso da Coop Alleanza 3.0 in collaborazione con 70 associazioni del territorio. Obiettivo ridurre gli sprechi alimentari, dalle pratiche che riducono le rimanenze alla donazione dei prodotti invenduti

Un processo collaborativo in tre step per la lotta allo spreco di cibo, che vede impegnati i lavoratori così come soci e clienti, fino alle associazioni di volontariato. Si chiama 'Buon fine' il progetto promosso da Coop Alleanza 3.0, che da 15 anni realizza iniziative per ridurre gli sprechi alimentari, incentivando comportamenti che impediscono che gli invenduti finiscano nella spazzatura.

L’ultima evoluzione di tutte queste esperienze è appunto il progetto “Buon fine”, a cui collaborano lavoratori, soci, clienti e volontari della Cooperativa in un vero processo “cooperativo” in tre fasi. Si comincia dalla gestione degli ordini dei prodotti sugli scaffali, realizzati dai lavoratori: il sistema è costantemente affinato per generare meno rimanenze possibili, seguendo gli andamenti che influenzano gli andamenti nelle vendite. Si prosegue con gli sconti sui prodotti prossimi alla scadenza, che soci e consumatori possono acquistare con riduzioni di prezzo dal 30 al 50%, risparmiando e, al tempo stesso, abbattendo gli sprechi. Infine, gli articoli rimasti ancora invenduti – o con piccole imperfezioni estetiche, ma buonissimi e perfettamente conservati – vengono destinati in solidarietà alle associazioni del territorio che assistono persone che vivono in condizioni di disagio o animali abbandonati, individuate grazie alla collaborazione con istituzioni e volontari della Cooperativa.

Oggi i processi burocratici per donare i prodotti invenduti sono più semplici grazie alla Legge Gadda (166/2016), che rispetto alla precedente legge del Buon samaritano (2003) ha allargato il bacino dei destinatari e allargato le categorie rispetto ai prodotti donabili. Tutte queste azioni, inoltre, risultano ancora più virtuose se inquadrate in un contesto internazionale: anche l’Onu ha voluto infatti inserire tra i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile quello di garantire “modelli sostenibili di produzione e di consumo” allo scopo di “dimezzare lo spreco pro-capite globale di rifiuti alimentari nella vendita al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo lungo le filiere di produzione e fornitura, comprese le perdite post-raccolto”.

In provincia di Bari, le associazioni beneficiarie del progetto sono state: A.N.P.A.N.A. Onlus, Associazione di volontariato Divina Misericordia, Comunità Emmanuel Onlus, Associazione di volontariato Opera San Nicola, Pegaso Onlus, “Giuseppe Moscati” Onlus, Associazione Mensa Cattedrale Onlus, Comunità di Sant'Egidio Bari Onlus, Comunità Frontiera Onlus, Cooperativa sociale CAPS Onlus, Cooperativa Sociale CSISE, Cooperativa sociale Gea, Cooperativa sociale Teseo Onlus, Eughenia Società Cooperativa sociale Onlus, Fondazione Betania Onlus, Fondazione Opera Santi Medici Cosma e Damiano, I Care-Mi Stai A Cuore Onlus, Lega Si sono garantiti in media 425 pasti al giorno, per una quantità complessiva di merce donata pari quasi a 78 tonnellate e per un valore economico di 343 mila euro. 

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