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Economia

Marcegaglia a Bari per il cambio della guardia al vertice di Confindustria Bari e Bat

Il Cavaliere del Lavoro Michele Vinci è il nuovo presidente dopo Alessandro Laterza. Mezzogiorno, settore manifatturiero e contrasto alla crisi i temi principali del dibattito

Tenuta dei conti pubblici, riforma fiscale che agevoli imprese e lavoro dipendente, riduzione della burocrazia, attenzione al Mezzogiorno, specchio ingrandente dei problemi dell’intero Paese. Temi ripetuti in tante occasioni, anche recentemente, nodi mai risolti, nuovamente al centro del discorso conclusivo del presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente dell’associazione industriali Bari e Bat, Michele Vinci (eletto con 1235 voti, 11 contrari e 10 astenuti), questo pomeriggio nel capoluogo pugliese.

Una seria pianificazione di tagli e investimenti mirati è la base per tornare a crescere: l’auspicio è almeno del 2% (anche per l’Europa), “ma senza aumento della spesa pubblica  - sottolinea la Marcegaglia – sappiamo che è difficile ma si può fare, perché abbiamo grandi eccellenze produttive. Il mondo ha già ripreso a crescere dopo la crisi, soprattutto nelle aree in via di sviluppo, e per le nostre imprese che puntano all’export è un’opportunità enorme. Dobbiamo continuare con la politica di rigore dei conti pubblici, attraverso la manovra da 40 miliardi di euro, che ci porti a zero deficit. Serve anche una seria riforma fiscale che agevoli il lavoro dipendente e le imprese, una vera lotta all’evasione e un moderato aumento della tassazione delle rendite finanziarie”.

E per il Sud, che vede un Pil procapite del 41% in meno rispetto al Nord? Sul tavolo di Confindustria sono pronte 5 ricette: il credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno inserito nel Decreto Sviluppo “su nostra pressione”, vincolato però all’autorizzazione della Commissione Europea e per il quale “ci aspettiamo uno stanziamento di almeno 2 miliardi di euro”; il Piano per il Sud, “su cui il nostro giudizio era positivo – spiega la leader degli industriali – ma che fino ad ora è ancora fermo e questa immobilità rischia di farci perdere 7 miliardi di euro di fondi europei entro fine anno: questo è inaccettabile e non è degno di un Paese civile. Gli investimenti previsti dal Piano devono inoltre essere indirizzati su infrastrutture e grandi progetti e non disperdersi in centinaia di piccoli progetti inefficaci”; sblocco delle infrastrutture già finanziate e ferme, come i rigassificatori (proprio il gruppo Marcegaglia ha forti interessi in merito nella nostra regione, ndr); incentivo al credito, con l’apertura di tavoli a livello locale per dialogare con le banche; aiuto al settore manifatturiero, il più importante per l’export.

E proprio sul manifatturiero è puntata l’attenzione del neopresidente Vinci, che succede dopo 4 anni all’editore Alessandro Laterza: “Al centro del mio mandato ci sarà l’attenzione verso questo settore, soprattutto perché ci troveremo sempre di più a combattere con i Paesi in via di sviluppo per le materie prime, che l’Italia possiede in scarsa quantità. Mi impegnerò anche a , quali l’agroalimentare, il turismo (che va destagionalizzato), la meccatronica, l’edilizia e a migliorare i Cofidi. La situazione delle imprese nel Barese è in lenta ripresa, ma il trend è ancora difficile da decifrare”. Ne ha invece per centrodestra e centrosinistra, Governo e Regione Puglia, proprio il presidente uscente Laterza (elogiato dalla Marcegaglia per il suo impegno, che ha criticato la burocrazia regionale e la situazione del disavanzo nella Sanità, così come il sostanziale stallo delle iniziative del Governo.
 

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