Errore nella legge Fornero, la pensione per i ferrovieri slitta di 9 anni: "Assurdo per un lavoro usurante"
La storia è emersa nel corso di un confronto tra i sindacati a Bari sulla riforma della previdenza. Cgil: "L'attesa reale di vita di un macchinista è di 64 anni"
Ferrovieri in pensione ben 9 anni dopo rispetto a prima, a causa di un errore di scrittura della legge Fornero, aspettando così i 67 anni di età nonostante "un lavoro gravoso e usurante": è quanto sta accadendo negli ultimi tempi secondo quanto denunciato dal segretario generale Filt Cgil Foggia e Bat, Ruggiero Dinoia, nel corso di un confronto a Bari sulla riforma delle pensioni. Lo 'slittamento' dipenderebbe da come è stata redatta la legge: "Invece di richiamare un comma - spiega Dinoia - è stata erroneamente riportata la dicitura articolo. Così il personale delle ferrovie - macchinisti, viaggiante, manovratori - che prima potevano accedere alla pensione a 58 anni dato il lavoro gravoso e usurante, da allora devono attendere i 67 anni di età”.
La Filt: "L'attesa di vita di un macchinista è di 64 anni"
L'errore, dall'introduzione della legge, non sarebbe stato mai corretto, provocando enormi problemi per una categoria di lavoratori che svolge lunghi turni diurni e notturni anche di dieci ore, sottoposti a stress continui. Secondo le statistiche, specifica Dinoia, l'attesa reale di vita di un macchinista "è di 64 anni. Come si può chiedere a questi lavoratori di andare in pensione a 67? Va detto che non si applica la stessa norma ai macchinisti e conducenti di bus e autoferrotranvieri che confluiscono in un altro fondo e vanno in pensione 5 anni prima. Né si è posto un rimedio con la cosiddetta Ape sociale, che permette sì di uscire a 63 anni ma con una penalizzazione in termini economici altissima, cosa che non spinge nessun ferrovieri ad aderirvi".