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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Per una salute senza profitto!

Nel richiedere con effetto immediato il reintegro dei lavoratori licenziati e la sospensione dei provvedimenti disciplinari dei nostri delegati RLS e RSU, porgiamo tutta la nostra solidarietà e sostegno per i lavoratori licenziati all’ospedale San Paolo di Milano.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BariToday

Inoltriamo il comunicato di solidarietà con i lavoratori licenziati dell'ospedale San Paolo di Milano inviata ai soggetti in epigrafe con l'invito - ai solidali - di reiterarlo fino alla cessazione degli atteggiamenti vessatori da parte della direzione sanitaria nei confronti di lavoratori "colpevoli" di essersi opposti alla privatizzazione strisciante della sanità pubblica imposta dalla spending review e dalla giunta regionale "verdelega". Per una salute senza profitto!

All'attenzione di :

02/8910875 fax ospedale san paolo

enzo.brusini@ao-sanpaolo.it direttore generale

sergio.tadiello@ao-sanpaolo.it direttore amministrativo

mauro.moreno@aosanpaolo.it direttore sanitario

carlo.pagani@ao-sanpaolo.it direttore personale

OGGETTO : richiesta immediata di reintegro dei lavoratori licenziati e sospensione del provvedimento disciplinare dei delegati USIS

Come cittadini e lavoratori riteniamo particolarmente grave quanto avvenuto presso l'ospedale San Paolo di Milano. Nel richiedere con effetto immediato il reintegro dei lavoratori licenziati e la sospensione dei provvedimenti disciplinari dei nostri delegati RLS e RSU, porgiamo tutta la nostra solidarietà e sostegno per i lavoratori licenziati all'ospedale San Paolo di Milano. Tutta la nostra solidarietà ed il pieno sostegno inoltre ai delegati USI, Pino e Giovanna, inquisiti per essersi attivati per difendere i diritti dei lavoratori dell'ospedale e per la salvaguardia per il diritto alla salute per tutti i cittadini. Facciamo presente a codesta amministrazione che per noi interruzione di pubblico servizio andrebbe contestata a chi chiude i posti letto e reparti ospedalieri e non a chi rivendica assunzioni e qualità dell'assistenza.

Per la Segreteria USI-AIT Puglia

Pasquale Piergiovanni

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