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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Economia

Il Villaggio di San Nicola non piace ai piccoli commercianti: "Sottrae visitatori alla città"

In una nota la posizione critica espressa da Unimpresa-Unione Commercio: "Piccoli commercianti esclusi dalla programmazione"

"Un evento gratuito che, ovviamente, attira migliaia di visitatori e di avventori “sottratti” alla città - sottolinea in una nota il presidente Savino Montaruli - Si tratta di un’altra di quelle iniziative nate al di fuori di qualunque forma di concertazione con i piccoli commercianti baresi che si dicono completamente estraniati dalla programmazione e per nulla rappresentati da quelle Associazioni che, in realtà, stando anche ai numeri ufficiali della camera di commercio, rappresentano una percentuale quasi insignificante ma di fatto “gestiscono” l’intero comparto senza minime forme di concertazione, come invece prevede la vigente normativa specie quando si tratta di utilizzare denaro pubblico, come appunto avviene deliberatamente proprio negli Enti quale, ad esempio, la stessa Camera quindi fondi che sono direttamente riconducibili alle imprese iscritte che dovrebbero essere esse stesse a decidere finalità e soprattutto i “beneficiari” di tali fondi che non possono essere sempre gli stessi soggetti giuridici, sovente in palese conflitto di interessi". 

"In questi giorni, in queste ore - prosegue Montaruli - a Bari si parla diffusamente proprio di un evento inserito in un contesto pubblico ma che pare non porti beneficio alcuno al piccolo commercio anzi starebbe svuotando la città privando, conseguentemente, l’animazione urbana che dovrebbe portare beneficio alle piccole imprese che soffrono nella totale indifferenza istituzionale e del mondo policolluso. Ma di cosa si tratta? Nella sua presentazione il “Villaggio” rappresenterebbe un borgo multietnico, ludico e didattico, in cui adulti e bambini hanno la possibilità di conoscere e respirare la storia di San Nicola confrontandosi con le tradizioni dei Paesi che più lo amano e lo venerano, ma anche di tutti quei popoli stranieri che il Santo Patrono di Bari ci ha insegnato ad amare e accettare. Un palese “sfruttamento” della figura del Santo che avrebbe dovuto portare beneficio all’intero tessuto sociale ma soprattutto economico della città di Bari ma che invece, proprio come accade per gli ipermercati, mira ad incubare sacche di persone sottratte proprio alla vivibilità del centro urbano lasciando peraltro le periferie ancor più sguarnite ed isolate. Cibo a volontà, scintillanti luci di Natale, musiche meravigliose e profumi invitanti. Insomma, un altro vero e proprio “ipermercato” messo su “sfruttando” la figura di San Nicola che non è per nulla acclarato avesse potuto gradire tutto questo e tutto questo “sfruttamento”. Sta di fatto che una volta entrati nel mondo magico non se ne esce più. Un vero e proprio disincentivo allo shopping natalizio con intere famiglie, arrivate anche in pullman da altre città, riversate nel contenitore magico ad ammirare mostre, installazioni artistiche, laboratori educativi, incontri, percorsi enogastronomici della tradizione popolare italiana e internazionale, racconti di popoli e di genti del Mediterraneo, attività culturali ed eventi di spettacolo. Tutto sottratto alla vita della città, del suo cuore pulsante, della sua identità. Con quale programmazione? Con quale finalità? Con quali strumenti organizzativi e con quali regimi di autorizzazioni, anche alle vendite, si sta svolgendo tutto questo? A nessuno è dato saperlo. Pare che si sia consumato tutto nelle solite stanze chiuse, senza alcun coinvolgimento reale né delle realtà associative presenti sul territorio né tantomento dei commercianti, malati e resistenti, almeno quelli che non sono già commercialmente morti".

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