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A Bari 'Sale, pepe e... project manager ai fornelli: le ricette della nonna con la gestione 4.0'

Inocontro organizzato da Rosa Porro, (Università di Bari) in collaborazione con l'Istituto Italiano Manager

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BariToday

COMUNICATO STAMPA CENTRO DI ECCELLENZA PER LA SOSTENIBILITA’ UNIBA BARI – “Sale, pepe e ..project management”: è il titolo dell’incontro organizzato dall’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” in collaborazione con l’Istituto Italiano di Management. A curarne i minimi dettagli, Rosa Porro (foto,ndr), responsabile amministrativo e gestionale del Centro di Eccellenza dell’Ateneo barese per la sostenibilità – Sustainability Center”. “Il mondo del food – spiega Rosa Porro – ha iniziato ad avvicinarsi al Project Management. Al giorno d’oggi, è sempre più crescente l’attenzione al mangiare bene e sano. Ecco perché sta diventando sempre più marcata la necessità di individuare i giusti processi al fine di incontrare e comprendere i differenti punti di vista degli stakeholders.”. In tal senso, Porro ha sottolineato come le “soft skills” siano diventate strategiche in tale ambito. “Le cosiddette soft skills – precisa Rosa Porro – sono le competenze trasversali davvero indispensabili per accrescere la produttività in ogni business. Quali sono? Per esempio, capacità di lavorare in gruppo, capacità di gestione dei conflitti e capacità di essere un leader o influencer. “Ma una altra soft skill è anche la ricoperta del tempo, e la capacità di gestirlo al meglio. La pianificazione avverrà spontaneamente ma la lungimiranza è importante. Un altro piccolo ‘segreto’ per creare un team forte e produttivo: non possiamo cambiare le persone – sottolinea Rosa Porro – ma possiamo sceglierci quelle con cui vorremmo avere una proficua condivisione lavorativa”. La mission del workshop è proporre una chance lavorativa.”Se sei nato biologo – Porro – puoi diventare project manager. Anche una mamma può diventare project manager, perché sviluppa a sua insaputa, la capacità di programmare e fare più cose contemporaneamente.”. Obiettivo dell’incontro voluto da Univa e dall’Istituto Italiano Manager è creare occasioni lavorative soprattutto per le donne affinché siano in grado di rimettersi in gioco. “I profili lavorativi più richiesti al momento – confida Porro – sno i responsabilil in ‘fund raising’, in crowd funding, e il project manager. Non necessariamente si deve essere laureati, ma è indispensabile una formazione ad hoc per sviluppare determinate competenze richieste dai profili suddetti. Posso fare solo un esempio eccelso – dice Porro – riguardo il fund raising. Il primo a farlo è stato Barack Obama su Internet per supportare il suo programma politico”. Daniele Caldarulo, noto chef barese (ha partecipato a programmi televisivi su Raiuno e Sky) ha tenuto una ‘lectio magistralis’ sull’evoluzione dei nuovi trend e la gestione della Ristorazione, prima in aula e poi nel suo ristorante a Bari vecchia. Com’è nata la passione in Daniele Caldarulo? “Sono cresciuto tra i fornelli – racconta – e amare il mio mestiere è stato spontaneo sin da subito. Dopo l’esperienza maturata nel ristorante di famiglia, sei anni fa ho deciso di aprire una nuova mia realtà ristorativa con un concept molto moderno. Il punto di forza è la cucina a vista e l’effetto wow è garantito. L’approccio con la location è importante e il titolare o il gestore di un locale di ristorazione dal momento in cui entra il cliente, ha 3 minuti di tempo per entrare nelle sue grazie. Per avere sempre uno staff vincente – continua Caldarulo – bisogna avere una dose massiccia di problem solving: quando qualcosa va storto, non bisogna cercare i colpevoli ma le cause. Eppoi non bisogna dimenticare che è il cliente che comanda perché lui paga e quindi pretende”. Lo chef sottolinea che per fare una cucina di qualità, ci vuole assolutamente competenza. E avverte: “Al giorno d’oggi un menu deve essere multitasking: con gli stessi ingredienti si devono poter offrire tante ricette, prediligendo la genunità. Si è tornati alle origini – conclude Caldarulo – alla cucina contadina. Si’ alle ricette della nonna ma con la gestione 4.0”. Al seminario sono intervenuti anche Emanuele Remediani (Consiglio Direttivo SPM), Sabrina Spagnuolo (facilitatore) e Roberto Arrigoni, docente di Biochimica della nutrizione e dietologia. COMUNICATO STAMPA REDATTO DA MYRIAM DI GEMMA

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