Bari vecchia, aggressione all'Artes Cafè: "Le istituzioni devono fare la loro parte"
C'era la Bari che conta, ieri sera, all'Artes cafè in piazza Mercantile. C'era la Bari che dovrà misurarsi con le macerie politiche e sociali, e con la campagna elettorale già agguerrita ancor prima di entrare nel vivo. In mezzo una location di tutto rispetto che si ispira ai principi di legalità e rispetto delle regole. L'Artes cafè ieri sera si è prestato a palcoscenico naturale per il passaggio politico di chi ha scelto questo luogo per manifestare solidarietà dopo l'evento drammatico di venerdì notte. Commozione sui volti dei giovani organizzatori e voglia di sognare che "forse se ognuno di noi prova a cambiare, forse, ce la faremo", come recita lo slogan che hanno scelto per il sit-in messo in piedi in 24 ore.
"Siamo sorpresi e molto soddisfatti - ha riferito Claudio Altini dell'associazione antimafie 'Rita Atria' - non speravamo di trovare una risposta così importante. Abbiamo organizzato l'evento in pochissimo tempo sull'onda della volontà di protestare contro la criminalità". "Sono emozionata ma contenta - ha aggiunto Alessandra Creanza dell'associazione 'Ammazzateci tutti' - abbiamo visto anche la politica aderire al nostro appello. E c'era anche l'Agenzia per la lotta non repressiva alla criminalità organizzata del Comune di Bari tra le istituzioni. Un grazie va anche a Emergency, Agende rosse, Action aid e il comitato 'Il giardino di Paola' per il prezioso supporto". "Ora però - ha incalzato Altini - quello che chiediamo è di aprire un tavolo pubblico di confronto tra istituzioni, associazioni e cittadini per tentare di individuare soluzioni che servano ad arginare la criminalità nei luoghi isolati come piazza Umberto, piazza Cesare Battisti, Libertà e via discorrendo". Si sa - è il ragionamento - se un luogo è isolato diventa facilmente ricettacolo di individui poco raccomandabili. "Ci chiediamo - hanno sottolineato coralmente i due giovani organizzatori - come sia possibile non vivere più serenamente nemmeno a Barivecchia, visto quanto è accaduto".
A manifestare solidarietà c'erano Pietro Petruzzelli, candidato sindaco alle prossime comunali cittadine; Alfonso Pisicchio, vicesindaco; Fabio Losito, assessore alle politiche giovanili al Comune; Giuseppe Scelsi, sostituto procuratore generale della Procura di Bari; e i magistrati Francesco Bretone e Desirèe Digeronimo, oltre una nutrita schiera di giornalisti.
Venerdì notte, nello stesso giorno in cui Bari aveva manifestato con una fiaccolata per le vie del centro il cordoglio per la morte di Paola Labriola, la psicologa vittima del raptus di follia di un uomo sul posto di lavoro, si consumava in piazza Mercantile il triste e amaro avvenimento. Quattro uomini erano entrati nel locale alle 3 circa pretendendo che gli venisse servito loro da bere, in evidente stato di alterazione della coscienza. Possibile e da accertare che avessero ingerito altro alcol, o peggio sostanze stupefacenti, prima di metter piede nell'Artes.
"Sono entrati - è stato il commento dei giovani dipendenti - hanno chiesto da bere con insistenza e al nostro diniego si è scatenato l'inferno. Hanno bloccato la porta e hanno cominciato la devastazione. Uno di noi è stato preso per capelli, i clienti a pugni e calci. Volavano botte, meno male che non si sono accorti delle vetrine con le bottiglie". L'incubo è durato una mezz'oretta, secondo il racconto dei presenti. Un raid in stile mafioso. Tre le pattuglie delle forze dell'ordine intervenute, secondo la testimonianza di uno di loro.
La domanda che nasce spontanea: ma a Barivecchia, per anni luogo di movida, come si è arrivati a questa situazione quasi incontrollabile? Chissà se esista un modo che, attuato in tempi rapidi, possa garantire una soluzione. "Non esiste una formula magica - ha commentato Pietro Petruzzelli - si deve partire sicuramente dal presidio del territorio, ma questo non basta. Bisogna mettere in moto un meccanismo virtuoso che riesca a stimolare la parte attiva della città. Bisogna viverla la città, occupandola con iniziative culturali e occasioni di aggregazione, e le istituzioni devono fare la loro parte".
I blitz dei giorni scorsi - anche in provincia - che hanno visto la cattura di numerosi malviventi incriminati per possesso e traffico di armi e droga, sono la cifra del territorio.
Artes caffè è nato grazie a fondi regionali del Dipartimento dipendenze patologiche e con il sostegno del Comune di Bari e ha visto l'inserimento di persone svantaggiate (attualmente sono 5 i giovani inseriti). Dal giugno scorso, quando ha aperto, all'interno è possibile degustare prodotti enogastronomici provenienti anche da terre confiscate alla mafia.