Al Castello Svevo di Bari l'esposizione “Per mare. Approdi e naufragi”
ATTENZIONE: La presidenza del consiglio ha adottato, a partire dall’8 marzo 2020, nuove misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica COVID-19 nelle cosiddette zone rosse e sull’intero territorio nazionale.
In tutta Italia è prevista:
- la sospensione di manifestazioni, eventi e spettacoli di qualsiasi natura, ivi inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato;
- la sospensione del servizio di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura di cui all’’art. 101 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (sono quindi inclusi musei, archivi, biblioteche, aree e parchi archeologici).
Per far fronte a questa emergenza, il mondo della cultura si è mobilitato dando il via alla campagna #iorestoacasa, nata spontaneamente sulla rete e rilanciata dal MiBACT, che invita a limitare le relazioni sociali per combattere la diffusione del Covid-19.
Sono tanti gli artisti che stanno aderendo in queste ore alla campagna ma anche molti musei che stanno postando sulla rete i propri capolavori.
I luoghi della cultura della Direzione Regionale dei Musei Puglia aderiscono a questa importante iniziativa promuovendo, tramite l’utilizzo dei social, forme alternative di fruizione ed invitando il pubblico a scoprire da casa i segreti delle loro collezioni.
Dal 15 febbraio al 30 marzo 2020 il Castello svevo di Bari, accoglierà nuovamente l'esposizione “Per mare. Approdi e naufragi”.
Per mare. Approdi e naufragi è una mostra a più facce sul tema della migrazione e del dolore che questa esperienza racchiude. Attraverso una serie di installazioni, i quattro artisti coinvolti manifestano con il loro contributo di solidarietà e partecipazione la solitudine e lo sconforto di coloro che sono stati costretti a lasciare le loro terre per affermare il sacrosanto diritto alla dignità della vita. Accogliere i 20 mila profughi della nave Vlora nel 1991 è stato per la città di Bari un fatto storico di grande civiltà. Duli Caja, albanese anche lui, lo ricorda nel suo grande arazzo Esodo-Il Dolore, popolato di bottoni/persone che testimoniano lo stato psicologico di chi sa di aver compiuto un’impresa più grande di lui. L’accoglienza dei naufraghi della Adriaticu Dures a Bari nel 1997 è stata per Beppe Gernone un’esperienza di giovane reporter che ha lasciato il segno di una vera partecipazione dentro ognuno dei suoi scatti fotografici. Lo stesso naufragio della Kir ha spinto Nicola Genco, tanti anni dopo, a ricordare ancora che quei 81 morti in mare, 81 “anime bianche”, hanno rincorso un sogno che non si è mai tramutato in futuro.
Infine, le opere di Romolo Belvedere riassumono il cammino di un’umanità stanca, ferita e incerta sul suo futuro. Il letto improvvisato e sempre provvisorio del migrante, fatto di una miriade di soldatini di plastica, evoca il campo di inutile battaglia che agita i suoi sogni.
Queste istallazioni sono tutte segni indelebili della sensibilità degli artisti a diventare spontaneamente testimoni e difensori dei diritti umani e civili dei popoli migranti. Il loro è un messaggio di accoglienza e di inclusione negli spazi della vita.
La scelta di riproporre queste opere al Castello Svevo di Bari, con lo stesso titolo, dopo l’evento che le ha presentate in maniera più ampia nell’estate scorsa, vuole essere l'occasione per ricordare gli eventi descritti, perché se ne rimarchi l'incisività nella vita sociale italiana e vuole contribuire dal punto di vista culturale ed artistico alla riflessione sui valori dell’accoglienza e del rispetto dei diritti umani; in concomitanza con l’incontro di tutti i Vescovi del mediterraneo presso il Castello di Bari dal 19 al 22 febbraio prossimi.
Per info:
Castello svevo di Bari
Piazza Federico II di Svevia, 4
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Polo Museale della Puglia
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