'Furono baci e furono sorrisi', Fulvio Frezza torna in libreria con i racconti sulla carriera di Fabrizio De André
Dopo il grande successo di “Meraviglioso. Vita e amori di Domenico Modugno in 12 canzoni” e “Vento nel Vento. Dieci anni di Lucio e Giulio”, Fulvio Frezza torna in libreria con i racconti ispirati ai primi dieci anni di carriera di Fabrizio De André.
Voce e chitarra: Domenico Mezzina
Letture: Fulvio Frezza
Mercoledì 20 marzo, ore 19.00
Portineria 21 caffè bistrot letterario
Via Cairoli, 137/A
Il racconto di una rinascita, quella che ha permesso a un giovane cantautore dalla vita sregolata e anarchica di affermarsi definitivamente nel convulso mondo musicale degli anni sessanta.
I primi anni di carriera sono costellati di canzoni in cui l’amore, in tutte le declinazioni possibili, è al centro della sua poetica: dall’amore libero di “Bocca di Rosa” a quello malato di “Marinella”, dall’innamoramento che prima o poi inevitabilmente si spegne cantato in “Canzone dell’amore perduto” e “Amore che vieni, amore che vai” a quello per la parte più nascosta e degradata della sua Genova di “Città Vecchia” e “Via del Campo”. La misericordia con cui volge il suo sguardo agli ultimi, a quelli che sono rimasti indietro, è la stessa che gli serve per rinascere ogni volta, fino a quando non imparerà che per trovare pace deve perdonarsi, prima ancora di perdonare.
Il 1968, anno cruciale per il secolo passato e nel quale si chiude la narrazione, è quello di una svolta fondamentale anche per Fabrizio. Grazie anche al provvidenziale intervento di Mina, che porta al successo la sua “Canzone di Marinella”, capisce che di musica può vivere. Ma non è l’unica rinascita attraverso cui dovrà passare, perché poi in fondo la vita di tutti noi è fatta di tanti inverni nei quali non resta che attendere il vento caldo di un’altra estate.
La fine del matrimonio con Puny, la morte del padre, il nuovo amore per Dori, la riscoperta del suo dialetto per tornare infine a guardare Zena, dopo essersene a lungo tenuto lontano, sono solo alcune delle tante tappe di resurrezione che in questo libro sono raccontate anche con alcuni opportuni salti temporali, affinché per ogni vicenda ci fosse la parola finale.
Fino all’ultimo inverno di venti anni fa, arrivato troppo presto, quando aveva ancora tanto da dire a sé stesso, prima ancora che a noi.