Il filosofo Jean Luc Nancy ospite del Festival delle Donne e dei Saperi di Genere
Il Festival delle Donne e dei Saperi di Genere si conclude con un ospite di eccezione.
Jean Luc Nancy, uno dei massimi filosofi viventi, terrà una due giorni di lezioni all'Università degli Studi di Bari il 5 e il 6 maggio sul tema della "Sexistenza" presso l' Aula Aldo Moro Palazzo Giurisprudenza ore 16.30.
Nelle due lezioni che coroneranno il Festival delle donne e dei saperi di genere Jean-Luc Nancy dedicherà il suo “pensiero in presenza” e la sua riflessione aperta al pubblico alla “Sexistenza”.
Jean-Luc Nancy è Professore di Filosofia presso la European Graduate School e l’Università di Strasburgo, ha anche insegnato come docente ospite presso la Freie Universität di Berlino, la University of California di Irvine e la University of California di Berkeley.
Le sue ricerche, estese a un campo molto vasto, sfidano l’idea moderna di sistematicità. Alcuni dei temi più importanti affrontati da Nancy sono la questione della comunità, la natura del politico, il corpo, la coesistenza, la sovranità nazionale, guerra e tecnologia e le identità politiche. Ha dialogato con molte figure chiave della filosofia contemporanea francese come Jacques Lacan, Georges Bataille, Maurice Blanchot e Jacques Derrida.
Tra i suoi testi principali ricordiamo:
La communauté désoeuvrée, 1983 (La comunità inoperosa, tr. di Antonella Moscati, Cronopio, 1992); Corpus, 1992 (Corpus, tr. di Antonella Moscati, Cronopio, 1995); Hegel. L’inquiétude du négatif, 1997 (Hegel. L’inquietudine del negativo, tr. di Antonella Moscati, Cronopio,1998); Il c’è del rapporto sessuale, con Gabriella Berto, a cura di Alessandro Fanfoni, tr. di Graziella Berto, SE, 2002; Noli me tangere, 2003 (Noli me tangere. Saggio sul levarsi del corpo, tr. di F. Brisochi, Bollati Boringhieri, 2005); Cœur ardent/Cuore ardente, con Claudio Parmiggiani, Mazzotta, 2003; 58 Indices sur le corps, 2004 (Indizi sul corpo, tr. di Marco Vozza, Ananke, 2009); Je t’aime, un peu, beaucoup, passionnément…, 2008 (M’ama, non m’ama, tr. di Maria Chiara Balocco, Utet, 2009).
Da oltre un decennio la sua attenzione alla disamina del corpo lo ha reso il più acuto teorico di questo continente quasi inesplorato sul piano filosofico nella tradizione occidentale, tanto che Derrida lo ha definito “il più grande pensatore sul tatto di tutti i tempi”.