I gesti e le espressioni della tradizione popolare, negli scatti di Anna Simi
Un gesto, una espressione facciale può valere molto di più di una comunicazione scritta e perfino verbale. La forza dell’immagine, antropologicamente più antica, più primordiale, prevarica su codici culturali più evoluti. Il linguaggio del corpo può contenere in sé mille parole. I gesti (mimica facciale, postura, gestualità), abbinati alla comunicazione verbale (suoni) potenziano l’efficacia e aiutano a esprimere meglio quello che si vuol dire.
L'Italia ha una storia di sviluppo linguistico molto più articolata rispetto ad altri paesi perché il suo territorio, in un passato non troppo lontano, è stato suddiviso linguisticamente in più dialetti.
Prima che il dialetto toscano divenisse lingua di riferimento nazionale, i gesti delle mani erano utilizzati per la comunicazione tra i diversi gruppi linguistici ed etnici ed essi sono rimasti nella nostra cultura anche dopo l'avvento della lingua italiana. Gli italiani gesticolano ancora volentieri, usando moltissime espressioni del corpo. Nessun popolo è più maestro in gestualità di quello italiano. Con l'avvento dei social network, il sistema dei gesti ha subito una forte riduzione nel numero e nelle sue varianti. Il dialetto è più vicino alla vita di tutti i giorni e non deve preoccuparsi della formalità, e dunque è più ricco di espressività che della lingua ufficiale. Il gesto rafforza e cementa l’espressione vocale. Molti sono incomprensibili al di fuori di uno specifico contesto territoriale, perché sono legati a tradizioni proprie della terra, della cultura e della storia di quelle genti.
In questo affascinante ambito Anna Simi, barese, fotografa emergente, ha costruito un intelligente percorso di conoscenza mediante numerosi scatti nella Bari della tradizione popolare. Ne è scaturito un album, volutamente in bianco-nero, bello e stimolante, che raccoglie le espressioni, i segni, le smorfie, le considerazioni, della cultura popolare proprie della città di Bari.
Le fotografie (45 x 34) hanno costruito il titolo della mostra e catalogo, "Capisc’ a me? Do you understand?”, entrambi curati dal Museo della Fotografia del Politecnico. L’iniziativa verrà presentata al pubblico martedì, 25 febbraio 2014, ore 17.15, nell’Aula Magna “Attilio Alto” (campus universitario).
Alla presentazione, interverrà assieme all’autrice, Anna Simi, anche l’attore e cabarettista, Gianni Ciardo, da sempre attento osservatore delle consuetudini ed espressioni popolari, fonti di ispirazione artistica. Parteciperanno inoltre, Elio Sannicandro, Assessore all'Urbanistica e allo Sport del Comune di Bari; Rocco De Franchi, Assessore al Commercio e alle attività Economiche del Comune di Bari; Pio Meledandri, Direttore del Museo della Fotografia del Politecnico di Bari.
“Il progetto fotografico “Capisc’ a me” – dice Anna Simi - è nato in un freddo pomeriggio di febbraio di un anno fa, passeggiando per la città vecchia. Lo stato d’animo allegro e spensierato di quegli attimi, l’incontro e le battute scambiate con la gente del luogo e la voglia di capire le origini del loro modo di gesticolare, di ‘parlare’ e di farsi comprendere senza proferire parola, sono stati la chiave di volta per la realizzazione di questo progetto”.
La mostra fotografica, realizzata con il contributo del Comune di Bari, resterà aperta al pubblico, nell’apposito spazio espositivo del Museo della Fotografia, fino al 28 marzo.