"Sette", Opera in sette tempi di sette minuti per sette strumenti ispirata alle opere di Misericordia di Vittorio Pasquale a Molfetta
Domenica 19 novembre alle 20.30 «Sette» verrà eseguita dal vivo nel Salone del Museo Diocesano di Molfetta. «Sette» è, infatti, una creazione di musica contemporanea ispirata alle sette opere di Misericordia (spirituali e corporali) nella quale il numero di riferimento viene utilizzato come guida e vincolo formale. Incisa da un ensemble da camera formato da Marco Misciagna (primo violino), Ievgeniia Iaresko (secondo violino), Vincenzo Anselmi (viola), Giuseppe Carabellese (violoncello), Antonino Maddonni (chitarra), Marco Pasculli (fisarmonica) e Vitantonio Gasparro (percussioni), l’opera rimanda alle infinite varianti e suggestioni del numero sette, gravido di implicazioni mistiche e significati simbolici. Infatti, l’opera di Pasquale, pur non essendo concepita come musica sacra, anche perché non prevede l’uso di testi (e voci), ha comunque una pulsione tutta spirituale nel tradurre in musica il senso degli atti di Misericordia dal quale trae ispirazione.
Nel primo pezzo, «Bread» (Dare da mangiare agli affamati/Consigliare i dubbiosi), Pasquale rilegge il testo del «Padre Nostro» accostato alla necessità di pregare l’Altissimo perché guidi l’uomo in una condotta secondo verità, mentre nella seconda composizione, «Water» (Dare da bere agli assetati/Insegnare agli ignoranti), la musica evoca l’acqua come fonte primaria di vita e sete di conoscenza. «Sette» prosegue con «White» (Vestire gli ignudi/Ammonire i peccatori), in cui la nudità del corpo viene messa in contrasto con il vestito, segno della condizione spirituale dell’uomo, prima di aprire le porte ad «Angels» (Ospitare i Forestieri/ Consolare gli afflitti), pagina che rappresenta idealmente e graficamente il punto centrale da cui origina la divisione speculare dei sette brani e nella quale l’immagine descritta in musica è quella dell’incontro degli angeli con Lot alla porta di Sodoma. L’opera prosegue con «The Rite» (Assistere gli ammalati/Consolare gli afflitti), evocazione del rito della visita agli infermi attraverso una divisione tripartitica della composizione (visita, pianto, consolazione), e con «Peter’s Dream» (Visitare i carcerati/perdonare le offese), in cui la musica rimanda allo stato onirico di Pietro piantonato da due soldati, prima di chiudersi con «From the Earth» (Seppellire i morti/pregare Dio per i vivi e per i morti), rappresentazione sonora del rito della sepoltura con una preghiera che s’innalza dalla terra verso l’alto.