Al Teatro di Cagno, Riccardo Reim legge "l'Horla" di Guy De Maupassant
All’interno del foyer del Teatro Di Cagno, un elegante salotto, con tavolini, sedie e divanetti, venerdì 28 febbraio la compagnia teatrale barese La Differance, proporrà “L’Horla – Storie di orrore e Follia” di Guy De Maupassant, una lettura drammatica a cura di Riccardo Reim, noto attore, regista e drammaturgo romano, che ha iniziato il suo percorso artistico nel 1972, con Lorenzo D’Armento e Tiziana Gerbino.
Il noto artista capitolino propone la versione pubblicata dall’autore francese nel 1887, che elabora, con avvolgente partecipazione, il tema del cosiddetto “orrore che nasce dalla mente” tanto caro alla narrativa a cavallo tra il XIX e il XX secolo, adoperando una scrittura incredibilmente moderna ed emotiva, che non rinuncia di proposito agli espedienti più collaudati della ghost story anglosassone, con tematiche quali possessioni, apparizioni, vampirismo, colorandosi al tempo stesso di toni grotteschi o addirittura di atroce comicità, in un ritmo incalzante che rende alla perfezione il progressivo deteriorarsi della mente fino al nero abisso della follia. Qualche anno prima della pubblicazione ufficiale De Moupassant ne realizzò una sorta di abbozzo, dove la vicenda di incubo e follia viene narrata molto più stringatamente, in una prosa fredda e lucida che fa del “distacco narrativo” il suo pregio caratteristico.
“È un reading molto curato – ha affermato Riccardo Reim - con le musiche originali di Raffaele Nicolì. La lettura sarà affidata a Lorenzo D’Armento e Tiziana Gerbino, due voci che si fondono abbastanza bene insieme. Sarà uno spettacolo a metà tra una lettura scenica e la recitazione, cioè è qualcosa in più di reading, ma qualcosa di meno di uno spettacolo. È un lavoro studiato per un ambiente che sia senza palcoscenico”.
Durante la lettura dell’Horla, sarà recitata una poesia burlesco - oscena dello stesso autore, poco nota al pubblico, scritta quando realizzò una sua piece famosissima, “Al petalo di rose in casa turca”. È una commedia che venne rappresentata, come goliardata, dallo stesso De Maupassant, nel ruolo del protagonista, un proprietario di un bordello, all’interno dello studio di Molin Leroy, un pittore dell’epoca. È uno scritto scollacciatissimo, scritto in un periodo in cui l’autore, considerato uno dei padri del racconto moderno, si dedicò a scrivere, per vaga necessità, commediole, canzonette e poesie oscene.