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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Puglia, in calo i consumi di energia. Confartigianato: "Imprese ancora attanagliate dalla crisi"

I dati di un'indagine elaborata dall'associazione sulla base di dati Terna: per il secondo anno consecutivo, il fabbisogno di energia elettrica pugliese risulta in diminuzione, segno, per Confartigianato, di ripresa delle attività produttive che stenta ad arrivare

L’86,9 per cento dell’energia elettrica prodotta in Puglia risulta in eccedenza. A dirlo è un'indagine di Confartigianato Imprese Puglia, elaborata, per il secondo anno consecutivo, sulla base di dati Terna, gestore della rete di trasmissione nazionale.

Il fabbisogno dei pugliesi - secondo quanto emerge dallo studio - si ferma a 18.961,2 gigawatt ma dagli impianti idroelettrici, termoelettrici, eolici e fotovoltaici, installati su tutto il territorio regionale, sono stati prodotti ben 35.431,3 gigawatt (un gigawatt corrisponde ad un milione di chilowatt).

In particolare, l’industria pugliese ha «bruciato» 7.711,7 gigawatt; l’agricoltura ne ha «assorbiti» 500,9; il terziario 4.426 e il settore domestico 4.124,3. Per un totale di 16.762,9 gigawatt. Bisogna aggiungere, poi, quelli delle Ferrovie dello Stato per la trazione dei propri mezzi (207,6 gigawatt), oltre alle perdite di trasmissione e distribuzione in rete, stimate in 1.990,7 gigawatt. Il fabbisogno dei pugliesi è di 18.961,2 gigawatt.

Analizzando i singoli comparti, i consumi dell’industria sono diminuiti del 12,6 per cento (da 8.827,7 gigawatt a 7.711,7); quelli dell’agricoltura del 12,2 per cento (da 570,2 a 500,9); quelli del terziario del 2,1 per cento (da 4.732,3 a 4.633,6) e dell’ambito domestico del 6,6 per cento (da 4.415,5 a 4.124,3). Pesa, in termini assoluti, l’arretramento del manifatturiero (inglobato nel macro comparto dell’industria).

Questo il quadro per ciascun settore in Puglia: siderurgico (-21,8 per cento), metalli non ferrosi (-0,9), cartaria (-2,4), costruzioni (-12,2), alimentare (-1,5), tessile, abbigliamento e calzaturiero (-11,1), meccanica (-5,6), lavorazione della plastica e della gomma (-5,6), legno e mobilio (-11,2), energia ed acqua (-10,9), estrazione combustibili (-4,5), raffinerie e cokerie (-16,2), elettricità e gas (-6,1). Crescono invece i consumi del chimico (+3,6 per cento), dei materiali da costruzione (+6,5) dei mezzi di trasporto (+4,9).

Passando all'analisi per provincia, la più energivora risulta essere Taranto. Consuma 5.679,4 gigawatt, di cui 4.315,1 per l’industria, 666,3 per il terziario, 622 per il settore domestico e 76 per l’agricoltura. Impressiona il siderurgico che, da solo, «risucchia» ben 3.634,6 gigawatt. Complessivamente, nel tarantino, la flessione si attesta al 18 per cento.

Segue la provincia di Bari con 4.015 gigawatt, di cui 1.519,1 per il terziario, 1.268 nelle abitazioni private, 1.076,5 per l’industria e 151,3 per l’agricoltura. Al terzo posto Lecce, poi Brindisi e Foggia.

"I dati elaborati dal nostro Centro studi regionale – commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – sono rappresentativi del trend che coinvolge il sistema produttivo pugliese. I consumi energetici – spiega il presidente – costituiscono un indicatore rilevante della vitalità delle imprese e dell’andamento della produzione. Il loro cospicuo e trasversale arretramento per il secondo anno consecutivo sta a significare che la ripresa è in ritardo più o meno in tutti i settori. Certo - prosegue Sgherza - su questa flessione pesa in maniera molto significativa la situazione del siderurgico tarantino, ma destano altrettanta preoccupazione lo stato dell’edilizia, del legno-arredo ed anche del Tac: le piccole imprese di questi settori sono state fra le più falcidiate dalla crisi economica, con l’interessamento di una platea di lavoratori non certo inferiore a quella dell’Ilva».

"Occorre comprendere – conclude Sgherza – che il mondo dell’impresa diffusa e dell’artigianato è ancora attanagliato dalla crisi. Il numero degli imprenditori e dei lavoratori che ne fanno parte impone pari attenzione anche rispetto a casi di più eclatante evidenza giornalistica".

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