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Patto Cassano-Emiliano: vox populi vox Dei?

I diretti interessati smentiscono, ma le voci di un presunto accordo tra il sindaco e il consigliere Pdl in vista delle prossime elezioni regionali circolano con insistenza

Anticipazioni, conferme, smentite. Cosa stia accadendo nei corridoi dei partiti nessuno lo sa con sicurezza. Ma una cosa è certa: a prescindere dalle politiche di domenica prossima, in Puglia non si fa altro che pensare ai prossimi passaggi cruciali, in primis le elezioni regionali (sempre laddove Nichi Vendola riuscirà ad ottenere un ministero, ndr). Michele Emiliano, come noto, è lanciato nella corsa per via Capruzzi. Secondo alcuni rumors, per questa sfida il primo cittadino di Bari è pronto a beneficiare dell’appoggio di Massimo Cassano (PdL), rinominato “mister voti” dopo essere stato il consigliere regionale più suffragato nell’ultima tornata elettorale con oltre 19mila preferenze

L’accordo, che sarebbe passato anche dal vaglio di Massimo D’Alema, sarebbe pronto per essere siglato. Anche se ieri i diretti interessati hanno fatto sapere che non c’è nulla di vero, il sospetto che si tratti di pretattica c’è. Di sicuro Massimo Cassano non ha gradito la decima posizione nelle liste per il Senato del PdL. Il barese desiderava essere collocato nei primi posti, ma l’accordo con Raffaele Fitto è saltato anche in ragione delle numerose deroghe accordate da Silvio Berlusconi in Puglia (tra questi anche Antonio Azzollini, sindaco di Molfetta, da tempo in rotta con l’ex ministro magliese per la sua gestione del partito). L’accordo di cui si parla prevede l’appoggio di Cassano alla candidatura regionale di Emiliano. In cambio l’attuale primo cittadino spingerebbe la nomination di Cassano a futuro sindaco della città. La notizia sta animando profonde discussioni in rete. Non manca profondo disappunto tra gli utenti che, in più casi, parlano di “mere scelte oligarchiche e spartitorie”.

Negli ambienti Pd nessun commento. La concentrazione è sulle politiche, ma qualche mugugno inizia a serpeggiare. Qualunque sia il candidato, il Pd dovrà passare dalle primarie. Ma a patto di tenere ben saldo l’elettorato. E non è sempre detto che la massa dei voti prevalga sui programmi e sulle strategie di futuro da costruire. Nei prossimi giorni ne capiremo di più.

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