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Anci, Delrio è il nuovo presidente. Niente da fare per Emiliano

Il sindaco di Reggio Emilia, sostenuto dal gruppo dirigente dell'Anci, ha avuto la meglio per pochi voti (89 contro 85) sul sindaco di Bari, appoggiato invece dalla segreteria del Pd e dai sindaci del Mezzogiorno

E' Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia, il nuovo presidente dell'Associazione nazionale dei Comuni italiani. E' stata questa alla fine la scelta espressa ieri dalla XV assemblea congressuale dell'associazione, riunita a Brindisi. Fino al pomeriggio, infatti, la candidatura del successore di Chiamparino era rimasta in bilico tra Delrio e il sindaco di Bari, Michele Emiliano.

Prima che si procedesse alla votazione finale, Delrio ha fatto un breve intervento, chiedendo scusa all'assemblea per la lunga attesa, spiegando che era finalizzata a trovare "la soluzione migliore per l'Anci".

Delrio ha anche rassicurato i sostenitori di Emiliano (in quanto candidato del Sud, primo fra questi il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola), che la sua elezione "non deve essere vista dagli amici del Sud contro il Sud". Emiliano in verità è sempre stato sostenuto dalla segreteria nazionale del Partito democratico che così è stata sconfitta.

"Al Nord come al Sud l'Italia soffre di problemi enormi ma noi ci faremo carico di tutto il Paese" ha detto Delrio e ha definito "sereno" il confronto con Emiliano, sottolineando che "da oggi bisogna cambiare pagina".

Emiliano, dopo l'elezione di Delrio, ha commentato: "Abbiamo riunito il popolo del Sud per un progetto comune e proveremo la prossima volta ad eleggere un candidato del Meridione". La giornata era iniziata intorno alle 13, quando gli oltre 150 delegati del Pd si sono riuniti per arrivare a proporre all'assemblea un unico candidato, scelto tra Emiliano e Delrio. Su questo punto tutti gli interventi, venuti su base territoriale, concordavano, accogliendo la proposta fatta ad inizio assemblea dal responsabile Enti locali del Pd, Davide Zoggia.

Il gruppo dirigente dell'Anci appoggiava Del Rio, mentre Emiliano è stato sostenuto sino all'ultimo dai sindaci del Sud e da un esponente di rilievo come il governatore Nichi Vendola, che si è schierato apertamente per questa candidatura: "Non eleggere Emiliano, candidato naturale per l'alternanza, sarebbe sintomo di un'Italia divaricata. Sembra di assistere a prove tecniche di secessione e questo è inaccettabile".

Gianni Alemanno, sindaco di Roma, ha invece accolto con grande soddisfazione l'elezione di Delrio: "E' una candidatura che nasce dalla base contro ogni indicazione partitica e che ha la forza e la credibilità necessarie per lanciare l'unità dell'Anci oltre le difficili vicende di oggi".

L'assemblea del Pd, nonostante le buone intenzioni con cui era partita annunciando che avrebbe raggiunto una soluzione per le ore 17, ha sforato ancora una volta i tempi, giungendo all'accordo qualche minuto prima delle 20, ora oltre la quale la Commissione verifica poteri dell'ordine dei lavori dell'assemblea congressuale aveva fissato il termine ultimo per la presentazione della candidatura.

Anche il tentativo del sindaco di Torino, Piero Fassino, che ha intascato un vigoroso applauso, non è servito a far uscire dall'impasse i delegati del Pd. Fassino proponeva di eleggere Emiliano presidente e riconfermare l'ufficio di presidenza attualmente in vigore, all'interno del quale Del Rio era vicepresidente.

L'assemblea del Pd ha dunque deciso di andare al voto, contandosi; di promuovere, perciò, una sorta di primarie interne tra i due candidati. Poco prima delle ore 20 l'esito del voto è stato a favore di Del Rio, che ha ottenuto dall'assemblea 89 voti contro gli 85 del sindaco di Bari.
 

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