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Corsa a sindaco, i partiti si muovono: ecco i primi nomi

In attesa di quello che succederà a livello nazionale, anche la politica locale è in fermento: per ora nessuna certezza su nomi e candidati, ma la discussione è ormai partita

Il fronte nazionale è caldo come non mai. Ma che alla periferia dell’impero si sia iniziato a discutere della prossima campagna elettorale è un dato di fatto.

CENTROSINISTRA: Al momento le bocche sono cucite, nessuno vuole schierarsi in modo aperto. Del resto Michele Emiliano non ha intenzione di lasciare la poltrona di sindaco prima della sua naturale scadenza. Ma è stato lo stesso primo cittadino a voler aprire gli stati generali del centrosinistra con l’obiettivo di evitare scossoni nell’ultima parte del suo mandato e consentire, nel contempo, la maturazione di un confronto proiettato all’individuazione di un candidato espressione delle varie forze di centrosinistra.
Su tutto peserà l’esito delle prossime primarie nazionali. Una cosa è certa. Il sindaco non sarà nominato dall’alto, ma diventerà il frutto delle primarie. Quasi certamente di coalizione. Ma chi sono i possibili candidati? In primis c’è il nome di Antonio Decaro, che non ha ancora deciso se buttarsi in questa avventura politica. Sulla sua testa pende ancora l’accusa di abuso d’ufficio, nell’ambito di una inchiesta che riguarda le presunte pressioni esercitate dal capogruppo del Pd per far assumere un suo parente all’Arpa. Decaro ha dalla sua un buon primo mandato a capo della mobilità urbana. A ciò aggiunge  la stima ricevuta da quanti hanno apprezzato le sue iniziative per contenere il traffico cittadino, stimolando l’attivazione di pratiche capaci di disincentivare il ricorso alle automobili. Nel Pd spiccano anche i nomi di Ludovico Abbaticchio e Elio Sannicandro, ma sembra difficile che attorno a loro si possa costruire un fronte vasto di consenso.  
Il candidato certo alle primarie (se di centrosinistra o centrodestra non si sa) sarà Nicola Canonico. Buttatosi nella mischia delle elezioni regionali sotto il simbolo del Pd, il consigliere regionale ha poi deciso di traslocare nella lista dei “Moderati e Popolari” insieme a Giacomo Olivieri (attuale presidente della Multiservizi), probabilmente per non aver ottenuto da Vendola un incarico di governo. Sinora ha raccolto l'adesione di Luigi Cipriani, il leader del Gruppo Indipendente Libertà, per due anni nel consiglio comunale e ora costretto a star fuori dopo la débacle di Di Cagno Abbrescia nelle ultime amministrative.  

CENTRODESTRA: Qui siamo alla piena burrasca. L’ultimo congresso cittadino non ha regalato alla maggioranza fittiana, rappresentata dal segretario Luigi D’Ambrosio Lettieri, percentuali tali da poter dormire sonni tranquilli. E così succede che al marasma di quanto accade sul fronte nazionale si sovrappongano questioni locali. E’ il caso di Mario Ferorelli, presidente della circoscrizione San Nicola-Murat, accusato da alcuni del partito di eccessivo collaborazionismo con la giunta Emiliano (celebre lo schiaffo scagliato dal consigliere Pasquale Finocchio durante una riunione di partito, ndr).  Sulla corsa a sindaco Ferorelli sembra pronto, i sondaggi sui social network lo premiano. Ma i quadri dirigenti del suo partito nicchiano. Francesco Schittulli potrebbe rimettere pace fra tutti, ricompattando quell’ala moderata  di ambiente democristiano che nelle ultime amministrative decise di non correre con il centrodestra. Il consigliere Ninni Cea sarebbe disponibile a lanciarsi, così come Massimo Cassano (eccellente raccoglitore di voti, ndr), ma l’ala del partito che fa capo a Mantovano-Quagliarello non vuole rimanere a guardare, tanto che c’è chi parla del figlio dell’ex rettore dell’Ateneo di Bari come altro possibile candidato. Le primarie non sono sicure, ma per il centrodestra un’altra candidatura dall’alto, non legittimata dalla base, equivarrebbe ad una inevitabile sconfitta.  Rumors parlano anche del penalista Francesco Paolo Sisto.

Quello che accadrà a Roma avrà inevitabili ricadute su Bari. Forse anche questa volta sarà Raffaele Fitto ad avere l’ultima parola. Per il capoluogo regionale un'altra sconfitta a Palazzo di Città equivarrebbe alla chiusura di un capitolo storico. Ed è per questo che nessuno è disposto a sbagliare. Vedremo.

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