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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Cassa prestanza, l'audio delle polemiche tra Decaro ed ex dipendenti: botta e risposta opposizioni-sindaco

E' bufera sul termine 'avvocato scemo' utilizzato dal primo cittadino in un incontro con i pensionati comunali sulla crisi della Cassa: "Il Comune non ha intenzione di portare avanti una battaglia legale contro i suoi dipendenti"

E' botta e risposta tra opposizioni e il sindaco Antonio Decaro, sulla polemiche riguardanti la Cassa Prestanza dei dipendenti del Comune di Bari, all'indomani dell'audio, pubblicato da 'Il Quotidiano Italiano', che riprende stralci di un incontro avvenuto alcune settimane fa tra il primo cittadino e alcuni dipendenti, a Palazzo di Città. La difficile situazione dell'Ente, tra blocco del contributo comunale dal 2016 (dopo un esposto alla Corte dei Conti da parte del M5S) e lo stop, da novembre, alla quota mensile del 3% dal proprio stipendio versata dai dipendenti attualmente in carica, ha messo in crisi il meccanismo di buonuscite e fondi da spartire, con il rischio che i pensionati possano perdere in parte le somme versate. 

L'audio del sindaco

Nella registrazione, Decaro parla con i dipendenti andati in pensione, preoccupati di non riscuotere il 'tesoretto' accumulato negli anni, rivalutato con interessi. Il primo cittadino scambia alcune frasi con loro, parlando di eventuali ricorsi per via giudiziaria da parte degli ex lavoratori: "Se vincete una volta sola, il Comune si arrende, il Comune non vuole vincere. Se fate causa il Comune non vuole vincere, metterà un avvocato esterno scemo e voi metterete il migliore, però non lo può dire nessuno oggi".

Il primo cittadino: "Il Comune non può intervenire sulla questione"

Di quì le polemiche stoppate subito dal primo cittadino: "Quella registrazione - afferma Decaro - dimostra che quello che dico in consiglio comunale è la stessa cosa che dico negli incontri pubblici con i dipendenti. E cioè che il Comune non ha nessun intenzione a portare avanti una battaglia legale contro i suoi stessi dipendenti che hanno maturato diritti. Il concetto mi pare chiaro, anche se l'ho espresso con una metafora un po' colorita. Quelle parole dimostrano che io non ho mai voluto andare contro i dipendenti. Trovo inconcepibile per un Comune rivalersi sui suoi dipendenti. A maggior ragione se si tratta di persone che chiedono i loro soldi". Il primo cittadino, interpellato dai giornalisti, ha specificato di aver "spiegato più volte, anche in Consiglio, che Comune e Cassa sono due cose separate, quindi l'ente cittadino non può intervenire. Ho provato a dire loro che se pensano di avere ragione possono fare ricorso. L'ho detto in maniera colorita ma l'ho fatto pubblicamente, visto che era un incontro aperto".

Dalle opposizioni pioggia di critiche 

Sulla vicenda le opposizioni hanno fatto una conferenza stampa per chiedere le dimissioni del primo cittadino, alla quale hanno preso parte i consiglieri, Carrieri, Caradonna, Mangano, Colella, Romito, Picaro e Di Rella: "Le parole - spiega Sabino Mangano del M5S - sono di una gravità inaudita. Avrebbe dovuto attivare un'azione ispettiva importante se avesse voluto salvaguardare i dipendenti. Abbiamo invece perso anni": Per Fabio Romito (Lega), "il Comune dimostra nulle capacità amministrative. Saremo costretti ad avviare un'indagine schietta su tutti i contenziosi fatti dal Comune negli ultimi anni. Non vorremmo che vi siano stati dei processi di serie A, B o C". L'ex presidente del Consiglio comunale, Pasquale Di Rella (Misto), sostiene invece che "non é competenza del sindaco dire che ci fermeremo al primo grado di giudizio. Il sindaco deve attenersi a quello che gli scriverebbe l'avvocatura civica dopo la sentenza di primo grado".  Critica, infine, Irma Melini, non presente alla conferenza stampa con il resto delle opposizioni: "In entrambe le circostanze  -. afferma in una nota - è evidente che Decaro sta gestendo questo Comune con una condotta gravemente lesiva dei diritti dei singoli, prendendo in giro il prossimo o addirittura amministrando con azioni illegittime ed esponendo così il Comune. È grave poi che un sindaco abbia perso le staffe con dei cittadini, peraltro dipendenti comunali, esasperati loro sì da un diritto negato. Mi chiedo se i baresi vogliono essere amministrati da questa gente. 

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