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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Migranti, Decaro e i sindaci europei in Vaticano: "Bari accoglie ma non sia lasciata da sola"

Il sindaco e presidente dell'Anci ha partecipato al summit organizzato dalla Pontificia Accademia delle Scienze: "La nostra città da tempo apre le porte ai fratelli in difficoltà"

Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, in veste di presidente dell'Anci, ha preso parte, in Vaticano, a Roma, al Summit dei sindaci Europei, promosso dalla Pontificia Accademia delle Scienze sul tema dei rifugiati. Il primo cittadino ha espresso le esigenze dei Comuni italiani, in particolare per un supporto a un fenomeno "impressionante" e dall'impatto "inevitabile" seppur "non ingestibile" per le amministrazioni locali: "Li abbiamo definiti flussi migratori inarrestabili - ha affermato Decaro - ma a me piace pensare invece che sia il diritto alla vita per se stessi e per i propri figli che si manifesta in milioni di gambe umane che si mettono in marcia verso un luogo dove sia assicurato quel diritto. Così le parole pronunciate dal Santo Padre, lo scorso aprile durante il suo viaggio nell’isola di Lesbo, richiamano in modo ancor più forte la nostra responsabilità morale di amministratori e rappresentanti istituzionali". Il pontefice, in quella circostanza, affermo che "i migranti sono un dono e non possono essere considerati un peso”.

Decaro ha raccontato l'esperienza barese in occasione dell'arrivo della nave Vlora, nell'estate del 1991: "Erano ventimila - ha detto Decaro - . Ventimila uomini, donne e bambini albanesi in fuga dal paese più povero d’Europa, all’epoca, alla ricerca di una vita migliore, alla ricerca della dignità perduta. Ventimila. Ciononostante, la città non fece barricate, non costruì muri, non scese in piazza a protestare. I baresi, semplicemente, aprirono le porte ai loro fratelli in difficoltà. Le porte del cuore, e qualche volta, anche le porte di casa. Forse perché l’ospitalità l’abbiamo nel sangue, noi baresi. O forse perché non vogliamo deludere il nostro Santo patrono, San Nicola, il santo che unisce Oriente e Occidente, il santo straniero, simbolo dell’ecumenismo religioso e paradigma dell’incontro tra popoli

"Bari è sede di CIE, di Centri di accoglienza dei richiedenti asilo e di commissione d’ascolto - ha proseguito - Questa presenza così massiccia determina un presenza di migranti quotidiana e oltre misura che spesso le istituzioni fanno fatica ad intercettare e a conoscere. Questo mette in difficoltà lo stesso Comune impossibilitato così a prestare loro un servizio, seppur minimo. Bari, come tutte le grandi città nate e cresciute a ridosso del mare Mediterraneo, da sempre fa i conti con la vitalità di un mare che porta con sé gli echi di altri Paesi e di altre storie. Ha vissuto e vive le contraddizioni e i limiti legati all’accoglienza di popoli in transito. Eppure, nonostante in tutto il mondo serpeggi la paura del fanatismo religioso, Bari non ha mai rinunciato ai principi dell’accoglienza, ai valori della solidarietà e all’arte del dialogo. Ma non possiamo essere più da soli, non possiamo essere gli unici a svolgere il ruolo di sentinelle del Mediterraneo che da culla di civiltà e culture si è trasformato in un cimitero liquido.

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