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Elezioni Santeramo 2012 Santeramo in Colle

Mario Vito Digregorio per Santeramo: un giornalista candidato a Palazzo di Città

Il candidato sindaco sostenuto solo da una lista civica, Tutela e Rinascita Cittadina si racconta: la scelta volontaria di candidarsi senza alleanze di partito, il concetto di Politica e la svolta per Santeramo

"Continuerò a fare quello che ho sempre fatto, questa volta con la gratificazione di poter finalmente risolvere situazioni fin’ ora solo raccontate”.  Mario Vito Digregorio è colui che fino ad ora ha solo raccontato:  è un giornalista e editore radiotelevisivo della santermana TRC e ha scelto di correre per il posto vacante di primo cittadino della sua cittadina. Da solo, lo sostiene la lista indipendente "Tutela e Rinascita Cittadina".

E’ sposato, ha due figli e ha scelto di candidarsi per la sua ferma volontà di cambiare il modo di amministrare che “subiamo ormai da troppo tempo”- dice. “Cambiare il sistema vuol dire muovere il pensiero di chi è fermo, significa sensibilizzare la gente a utilizzare con astuzia la propria volontà. Da molti anni sono impegnato nel delicato ruolo dell’informazione dedicando il mio tempo alla gente, alla società e ai problemi ad essa connessi. Avere la possibilità di raccontare e poi risolvere, credo rappresenti una grande sinergia che se applicata alla quotidianità risulterebbe risolutiva per la maggior parte dei disagi e delle aspettative della gente”.

Lei effettivamente rappresenta il “nuovo”; è per questo che ha scelto di non allearsi o ci sono altri motivi?

Oggi le coalizioni amministrano sempre peggio: più si è, prima si va tutti a casa. Almeno 10 comuni della provincia di Bari interessati dalle prossime elezioni provengono da una gestione commissariale.  Il sempre più diffuso fenomeno delle migrazioni, di partito in partito, hanno azzerato il credo popolare nella politica intesa non come arte di governare la società ma come attività di riflesso derivante da chi confonde la cosa pubblica con la cosa privata. Chi intende mettere al primo posto i cittadini non può convivere con chi li ha sempre messi all’ultimo. A parte questo importante motivo non ve ne sono altri.

Michele D’Ambrosio ha chiesto di procedere per sorteggio e non per nomina per quanto riguarda la determinazione delle commissioni  elettorali presso i seggi.  E’ d’accordo?

Il sorteggio potrebbe rappresentare una scelta giusta rispetto alla segnalazione degli scrutatori da parte dei partiti. Ci potrebbe essere il rischio concreto che vengano estratte persone non più interessate oppure con una situazione economica più agiata rispetto a quella di un disoccupato in attesa della mano dal cielo. Si può pensare a fare di più attingendo gli scrutatori da una apposita graduatoria delle povertà opportunamente aggiornata. La ratio del suggerimento nominativo dei partiti dovrebbe essere quella di agevolare chi ha bisogno, purtroppo viene puntualmente male applicata fornendo i nomi di amici e parenti piuttosto che di persone in difficoltà.

I cittadini nei confronti dei candidati lamentano la solita storia: “in campagna elettorale sono tutti amici e disponibili ma poi scompaiono”. Lei ha pensato ad un “ponte” o a qualsiasi forma di dialogo e di contatto con i santermani anche dopo una sua probabile elezione?

E’ un fatto consolidato che i politici sono visibili solo durante la campagna elettorale, purtroppo è anche consolidato il fatto che molti elettori vivono di illusioni e di promesse che sanno non saranno mai mantenute. Io non sono un politico, la mia professione mi ha permesso di vivere ogni giorno tra la gente, continuerò a farlo da amministratore senza dover modificare le mie abitudini.  Certo, una delle problematiche maggiori che colpisce la macchina istituzionale è l'assenza di comunicazione e di interazione tra l'Amministrazione e la cittadinanza: la comunità è, infatti, spesso inconsapevole delle decisioni di governo e delle trasformazioni messe in atto dal comune. È mia intenzione far sì che il cittadino si trovi al centro dell'azione amministrativa. Il mio obiettivo è rendere la comunicazione tra Comune e cittadini simile ad una comunicazione tra pari, tra persone fisiche; l'Amministrazione garantisce la sua volontà di instaurare un rapporto dialogico con la cittadinanza e quest'ultima dovrà trovare nella istituzione un interlocutore capace, affidabile e proattivo. A tal proposito nel mio programma elettorale è inserita una grande ed unica novità: le riunioni di Giunta saranno aperte al pubblico. Il sentimento che deve pervadere ogni forma di comunicazione è il senso di condivisione e comune interesse, che crediamo sia anche questa una delle basi sulle quali costruire il futuro di Santeramo.

Cosa pensa della candidatura del giovane Lassandro per Fascismo e Libertà?

E’ un ragazzo originale, le sue idee sono molto più apprezzabili di quelle  di altri politici che si professano democratici e poi operano da dittatori. Non rimarcare il simbolo del suo movimento gli avrebbe permesso di fare tanta strada in più.

Quali sono stati i limiti della politica e dei partiti nella recente storia della cittadina?

I limiti della politica sono quelli di averla scambiata da parte degli attori per  un’azienda privata, quelli dei partiti sono l’aver eliminato le porte di accesso alle  proprie ideologie. Assistiamo quotidianamente alle varie migrazioni di soggetti in cerca della giusta collocazione non in relazione al pensiero espresso dalla geografia politica di appartenenza ma alle opportunità del momento. Opportunità che puntualmente sono focalizzate su interessi distanti dal proprio ruolo istituzionale.

Qual’ è il suo concetto di politica?

La politica è un termine equivoco: vuole significare l’arte di governare la società, ma in realtà viene utilizzato per intendere una condizione in grado di muovere a proprio piacimento e per i propri interessi tutto ciò che si desidera disporre. E’ la causa di tutti i mali che attanagliano l’Italia. Non è difficile considerare la conclusione che se si eliminassero tutti i finanziamenti ai partiti e si ridimensionassero i parlamentari, l’Italia sarebbe uno dei paesi più ricchi del mondo. Purtroppo resteremo poveri perché proprio chi decide è coinvolto dagli effetti delle decisioni. Spero che nel tempo il problema non venga risolto con eventi destinati a fare parte della nostra storia.

Quali sono i problemi attuali di Santeramo e quali tra questi  meritano priorità?

Santeramo necessita di una presa di coscienza da parte di chi si appresta a guidarlo. Lo scempio ereditato dalla scorsa amministrazione ha messo in ginocchio l’intera comunità. La crisi mondiale, poi quella nazionale e poi le scelte scellerate dei politici locali hanno soffocato l’economia e di conseguenza  pregiudicato la vivibilità nel nostro paese. Non bisogna commettere l’errore di pensare alle opere pubbliche, ai progetti, alle nuove strutture. E’ necessario prima rimuovere le cause del disastro: guarire la macchina amministrativa da affezioni quali gli appalti truccati, le tangenti, il clientelismo, il voto di scambio ecc. Dopo potremo iniziare a parlare di servizi per la gente, opere, strutture, appalti considerando per gli stessi il costo reale e non il costo triplicato per soddisfare i vari attori impegnati.

Cosa propone?

Niente promesse che sappiamo di non poter mantenere. Poche e determinanti iniziative per migliorare la qualità della vita, realizzabili con esigui investimenti. Partiamo così, in corso d’opera valuteremo con i cittadini le priorità per Santeramo. Il programma elettorale non è blindato, anzi spesso rappresenta solo uno specchio per le allodole, e viene puntualmente disatteso.

 

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