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Spaccatura tra i 5 Stelle, la verità di Madetti: "Accuse ridicole da gruppo illegittimo"

L'ex portavoce-candidato sindaco sfiduciato racconta la sua versione: "Non intendevo creare una lista alternativa. Chiederò una richiesta danni per 250mila euro da devolvere ai baresi bisognosi"

"Non si stava creando una lista alternativa ma si trattava di un elenco ai candidati ai Municipi che potevano essere inseriti per il Comune se, in caso di disaccordi con me, qualcuno della lista ufficiale, avesse lasciato". Vincenzo Madetti, ex candidato-portavoce del M5S, sfiduciato dopo pesanti contrasti all'interno del Movimento, spiega la sua verità davanti ai giornalisti convocati in un albergo barese. 

Dalle parole del comunicato preparato per l'occasione, emergerebbe un gruppo diviso, con un nucleo definito una "cittadella fortificata" che "millantava come valida una certificazione ufficiale caduta nel maggio 2013", cerchia ristretta pronta ad opporsi ai nomi da lui proposti per completare le liste, poiché "ritenuti insidiosi - afferma l'ex candidato sindaco - sul piano elettorale da mettere in pericolo la presunta posizione di privilegio di chi era candidato".

La bagarre all'interno del M5S, sarebbe poi esplosa in un'assemblea tenutasi il 16 aprile, "annunciata - rimarca Madetti - qualche ore prima a mia insaputa in un gruppo segreto su Facebook". La riunione avrebbe poi sancito la sfiducia nei suoi confronti, in un clima descritto come da "tribunale di regime con la sentenza già scritta", una specie di resa dei conti dopo mesi di conflitti tra differenti anime del M5S che ha poi provveduto a scegliere Sabino Marco Mangano come nuovo portavoce- candidato.

Madetti difende con forza il proprio ruolo nel Movimento barese:  "A mio carico ho ricevuto accuse ridicole, dai presunti contatti con la malavita, fino all'aver offerto del lavoro di ufficio stampa a uno dei candidati, affermazioni rivelatesi un fuoco di paglia appiccato appositamente per screditarmiorchestrata da un apprendista stregone nell'ombra per anni", probabilmente tra i destinatari della probabile querela in via di preparazione". Madetti, in ogni caso, si definisce "a disposizione del Movimento", al quale è iscritto da novembre 2009.

"Lo staff del movimento - conclude -  non ha mai ascoltato le ragioni. La procedura di sfiducia è illecita, tutto compiuto all'ombra di un regolamento illegittimo da un gruppo illegittimo con un verbale illegittimo" annunciando inoltre di voler spedire "una mail con il comunicato" direttamente a Beppe Grillo e di chiedere, nei confronti di chi lo avrebbe "diffamato" e "pubblicato dei messaggi privati", un risarcimento danni da 250mila euro "da devolvere alle famiglie bisognose di Bari". 

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