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Regionali Puglia 2015

Tensione tra Emiliano e Palazzo Chigi. E Renzi pensa di disertare la Puglia

Le critiche dell'ex sindaco di Bari nei confronti della riforma della scuola hanno disvelato vecchi dissapori. La partecipazione del premier al rush finale della campagna di Emiliano non è confermata, ma l'impressione che è tra i due presto partirà una dura lotta politica

Le regionali sono ad un passo e, se i sondaggi saranno confermati, per Michele Emiliano la conquista di lungomare Nazario Sauro sarà pressoché una formalità. Il centrodestra è spaccato, il Movimento 5 stelle sembra destinato a soprendere anche grazie alla capacità persuasiva della sua candidata Antonella Laricchia, che sta animando una campagna elettorale sempre più coinvolgente e secondo alcuni sondaggisti al momento arriverebbe in seconda fila. Raffaele Fitto sta chiamando a raccolta i suoi e non vorrà fallire l’appuntamento pugliese per lanciare il partito in costruzione, anche se dovrà fare i conti con Adriana Poli Bortone chiamata da Berlusconi a ridimensionare il candidato del suo ex ministro, Francesco Schittulli.

Dentro le coalizioni sarà un’altra partita, perché se è vero che Michele Emiliano ha costruito attorno a sé uno schieramento che va dal Partito Comunista (ex Cossuttiani) a Realtà Italia, passando dai vendoliani di “Noi a Sinistra per la Puglia”, è anche vero che sarà importante comprendere i pesi specifici che si produrranno all’interno degli schieramenti. Il dato che tutti attendono è quello del Pd, soprattutto dopo che gli umori tra il candidato governatore (nonché segretario regionale) e il premier Renzi appaiono essersi raffreddati. Senza dimenticare che in quel di via Re David non in pochi hanno manifestato qualche mal di pancia per la scelta di inserire nella lista dei democratici anche Anita Maurodinoia, solo un anno fa eletta consigliera comunale nella Lista Schittulli con oltre 3mila preferenze. Molti dirigenti locali temono che le due liste civiche intestate ad Emiliano possano operare un sorpasso a detrimento del Pd che, a livello nazionale, appare comunque in discesa rispetto all’exploit delle scorse europee.

Come detto, i rapporti con Palazzo Chigi non sembrano distesi. Non è escluso che ciò possa rappresentare un elemento distintivo del disegno di Emiliano, il quale sembra voglia rappresentare, una volta insediatosi alla guida della Regione Puglia, un riferimento politico sul fronte anti renziano. E’ per questo che l’ex sindaco di Firenze, sabato scorso, ha bloccato il suo ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, pronta a partire alla volta di Bari per partecipare alla Sagra delle sagre ma poi fermata da “impegni istituzionali”. A ciò si aggiunge che Renzi sembra non abbia voglia di scendere in Puglia nel rush finale della campagna elettorale di Emiliano. Se le elezioni lo decreteranno vincitore, l’ex sindaco di Bari potrebbe avere diversi argomenti di contrasto con il governo nazionale: pensiamo alla vicenda Ilva (dove non ha escluso la chiusura se non ci sarà adeguata bonifica, ndr) o al taglio dei trasferimenti nazionali fino alla riduzione del cofinanziamento statale per la prossima programmazione. Per non parlare della Xylella, del gasdotto Tap, o del ridimensionamento del ruolo degli enti regionali che il governo Renzi vuole imprimere con la modifica del titolo V della Costituzione.

Le ultime parole di Emiliano contro la riforma della scuola sembrano abbiano suscitato profonda irritazione nelle stanze del Presidente del Consiglio, da qui il peggioramento delle relazioni con il livello nazionale. Dissapori che partono sin dall’anno scorso, quando Renzi tolse ad Emiliano la guida della lista Pd per le europee preferendogli all’ultimo momento Pina Picierno: una mossa che l’ex primo cittadino di Bari non gradì, tanto che decise di non partecipare più alla tornata elettorale per la composizione del Parlamento di Strasburgo. In queste ore diverse esponenti locali si stanno muovendo per ricomporre la frattura, ma l’impressione è che il fuoco di fila sia appena all’inizio.

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