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Il Piano Triennale delle Opere Pubbliche? Le opposizioni: "Libro delle promesse mancate"

I consiglieri comunali di centrodestra Melini e Di Paola criticano il documento: "Persa ennesima occasione di sviluppo. Mancano le grandi opere, Camionale a parte"

"Il Piano triennale delle Opere pubbliche più che il 'libro dei sogni' si potrebbe definire come il 'libro delle opere mancate': i consiglieri di centrodestra al Comune di Bari, Irma Melini e Mimmo Di Paola, hanno analizzato i vari punti del documento guida per i cantieri e lo sviluppo del capoluogo pugliese. Un piano, secondo gli esponenti dell'opposizione, con molte ombre e poche luci: "Decaro non ha idea di come debba svilupparsi la Città - ha affermato Di Paola incontrando i giornalisti a Palazzo di Città -. Una triste considerazione che trova fondamento nell'assenza del nuovo Piano regolatore,  così come nella mera enunciazione di opere, per la maggior parte neanche condivisibili, del piano triennale che sarà approvato dalla Maggioranza domani. Tante belle parole slegate fra loro perché prive proprio della vision su Bari. D'altronde - aggiunge - se nel 2016 dei 168 milioni di euro programmati ne hanno contrattualizzati solo 57 è chiaro che per il 2017 non sarà diverso, anzi.  Nessuna grande opera, se non la Camionale, la cui utilità e necessità, al di là della spesa di centinaia di milioni di euro, non si ravvede nella pianificazione della viabilità della Città. Infatti, basti ricordare il Ponte Adriatico quale opera incompiuta, la cui mancata realizzazione e programmazione del terzo lotto (l'arrivo al porto dalla tangenziale) rende l'opera inutile rispetto ai milioni spesi e alla previsione, quella sì lungimirante, del Piano Quaroni. Senza dire della incapacità realizzativa messa a nudo dalle piste ciclabili del Ponte, mai aperte, o dai lavori di via Sparano". 

Gli fa eco Irma Melini, citando cifre e numeri: "Il Piano - spiega - è ben oltre 28 milioni di euro il valore delle opere, per le quali negli ultimi dieci anni abbiamo contratto un mutuo e pagato a vuoto interessi, opere che non saranno mai realizzate a favore di opere minori inserite in questo documento, solo grazie alla sentenza della Corte dei conti del 2016. Un Piano che non parla dello sviluppo della Città, ma che annuncia opere che non si compiranno se non in parte come per esempio l'abbattimento delle Barriere architettoniche, una misura che anche l'anno scorso ho denunciato non avere sufficienti risorse per cambiare il volto di questa Città e agevolare i diversamente abili come gli anziani, le mamme o i bambini. Per questo - afferma - ho presentato un emendamento che sposta 1.4 milioni da un'opera che non si farà, ma inserito nel Piano (ex mercato di via Carrante) perché tra l'altro fra i beni che il comune vuole alienare, alla programmazione del l'abbattimento delle barriere architettoniche.  Stesso ragionamento sulle enunciazioni politiche come  il rifacimento di Piazza Diaz sul Lungomare, a cui un mio emendamento destina maggiori risorse oltre che  l'anticipo di lavori al 2018 rispetto al 2019 di Decaro, proprio per renderlo concreto e non solo evocativo. Insomma - conclude - un piano triennale bocciato anche quest'anno non per volontà contestatrice, ma per un'ennesima opportunità di sviluppo persa".

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