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Renzi avvisa tutti: “Sul carro non si sale, si spinge”. “Indulto e amnistia? Oggi sarebbe un autogol”

Il sindaco di Firenze apre la campagna elettorale per il congresso: "Il Pd deve cambiare verso all'Italia, noi dobbiamo cambiare verso al Pd". Intervento sulla Riforma Fornero: "Non ha funzionato così come la legge Bossi-Fini e la Giovanardi". Chi si prepara a cambiare giacchetta è allertato: "Sul carro non sale, si spinge perché c'è da lavorare"

Ci sono tutti. “Matteo, Matteo” lo chiamano per nome.  Facce nuove (poche a dire il vero), ma anche volti  conosciuti della politica nazionale e locale. Sarà il congresso a scuotere, ma l’aria tipica del  riposizionamento non fatica a sentirsi. Sarà, ma per Matteo Renzi è una vera ovazione. Il centro congressi  della Fiera del Levante accoglie con entusiasmo il sindaco fiorentino, pronto a lanciarsi alla conquista della segreteria nazionale. A dargli il benvenuto il sindaco Michele Emiliano, bersagliato non poco dai giornalisti nazionali per via del sostegno a Renzi, nonostante nelle primarie di  febbraio abbia voluto spendersi in prima persona affianco a Pierluigi Bersani.

Palco,  leggio e platea circolare con Renzi in stile one man show. La campagna di comunicazione è incentrata sul “cambiare verso”. Un argomento che ha rappresentato una sorta di filo rosso del suo intervento. “Cambiare verso non significa provare a mettere la nostra bandierina, ma dire come immagino l’Italia da qui a 10-20 anni”. “Soprattutto in tre direzioni occorre imprimere una svolta radicale: l’Italia deve cambiare verso all’Europa, il Pd deve cambiare verso all’Italia, noi dobbiamo cambiare verso al Pd”.

A chi pensa di salire sul carro del vincitore, il sindaco di Firenze chiarisce come stanno le cose: “Sul carro non si sale, si spinge perché occorre lavorare”.

“Per alcuni del Pd la mia candidatura è una sorta di rassegnato abbandono, un male necessario”, ha proseguito. “Sento dire che dopo di me le abbiam provate tutte, mancherebbe solo il mago Otelma, ma la scommessa che abbiamo di fronte è dare spazio non alla rassegnazione ma al cambiamento; se il Pd continua come adesso non vince e un partito che non vince mai non serve perché vincere è l’unico modo perché l’Italia torni a crescere”.

EMILIANO: "RENZI E' L'UNICO IN GRADO DI FARSI CAPIRE"

Tanti gli argomenti trattati all’interno del suo intervento: dalla digitalizzazione della pubblica amministrazione alla ripresa dell’ascolto con i giovani delle scuole per cui la politica sembra oramai diventata “una cosa brutta di cui non doversi interessare per nessuna ragione al mondo”.

“Il Pd ha il voto del 43 percento degli insegnanti ma non ci siamo mai preoccupati di loro – ha continuato -  Gli insegnanti sono quelli a cui affidiamo i nostri figli ma non li abbiamo mai coinvolti in un progetto serio. Andiamo ad incontrarli scuola per scuola e chiediamo quali sono le urgenze che avvertono e che adolescenti stanno crescendo”.

Capitolo lavoro: “Occorre cambiare le regole del gioco, ma chiariamo che la riforma Fornero è stata un clamoroso autogol, bisogna avere il coraggio di dirlo”. Alla metafora calcistica dell’autogol ricorre anche rispetto al tema dell’indulto e dell’amnistia, di cui si è molto parlato in settimana, dopo l’intervento del Capo dello Stato Giorgio Napolitano.  “Bellissimo vedere chi fa volontariato nelle carceri, ma come facciamo a insegnare la legalità ai giovani e agli studenti se ogni sei anni buttiamo fuori i detenuti perché le carceri scoppiano?”, si chiede il sindaco fiorentino.

Secco no alla legge Bossi Fini  e alla Giovanardi perché è evidente “che non hanno funzionato”. Ma intervento a piedi uniti anche sul ruolo dell’Unione Europea: “L’Europa non può essere solo quella cosa che ci dice quello che dobbiamo fare, ma che poi si dimentica di noi quando ci sono le tragedie a Lampedusa; serve un'Europa con regole uguali per tutti, dal lavoro alla difesa”.

Tra i passaggi più applauditi del pubblico quello legato alla rottamazione della classe dirigente: “L'Italia in questi venti anni ha perso tempo, ma non ha risolto i problemi delle persone e l'unica cosa che ha creato sono i talk show”. E ancora: “Vedere imprese che chiudono e grandi aziende come Alitalia e Telecom, significa che parlando di rottamazione della classe dirigente siamo stati fin troppo gentili”.

Alla fine applausi a scena aperta e  codazzo di telecamere e giornalisti ad inseguirlo. In sala tanti i curiosi, ma in proporzione più apparato. Qualcuno fa il sorriso sornione. “Ci toccherà diventare renziani”. L’avviso ai naviganti il sindaco di Firenze lo ha lanciato: "Sul carro non si sale, si spinge”. In Puglia ne vedremo di sicuro delle belle.

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