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Giovedì, 28 Marzo 2024
Salute

In ambulatorio 'a distanza', per i piccoli pazienti le terapie si fanno online

Nell'emergenza Coronavirus, i servizi dell'Unità di Neuropsichiatria infantile si sposta su Skype o via telefono: circa cento operatori impegnati e 800 utenti da 2 ai 18 anni già coinvolti. E per i soggetti autistici spazi verdi dedicati

Dal telefono a Skype, per continuare a sostenere i piccoli pazienti che ne hanno necessità. Se gli ambulatori sono chiusi per l'emergenza Covid-19, i servizi dell'Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza non si fermano, con medici, psicologi e terapisti che virtualmente 'vanno a domicilio' dei piccoli pazienti - già oggi sono circa 800 quelli raggiunti e coinvolti, da 2 ai 18 anni e oltre - sfruttando le tecnologie della comunicazione digitale.

L’obiettivo è non lasciare indietro nessuno, per questo la Neuropsichiatria Infantile ha messo in campo circa 100 dei suoi operatori fra fisioterapisti, logopedisti, educatori professionali, neuropsicomotricisti, tecnici della riabilitazione psichiatrica oltre che psicologi ed assistenti sociali. Capaci di affiancare ai contenuti scolastici, che nel frattempo i ragazzi continuano a utilizzare, quelli terapeutici, facendo molta attenzione ad entrare nel loro mondo emozionale con la leggerezza del gioco. Per i casi più gravi, in ogni caso, viene assicurato il consueto trattamento domiciliare, effettuato però nel rispetto delle massime misure di sicurezza per l’operatore, per il bambino e per la famiglia.

Il lavoro da “remoto”, avviato inizialmente per necessità, comincia a dare frutti interessanti, tanto da spingere gli operatori della Neuropsichiatria infantile a continuarlo nelle prossime settimane e ad esplorare nuove forme. Non solo nella terapia con gli utenti, ma anche all’interno dei team di lavoro. L’Unità di Neuropsichiatria, infatti, sta già organizzando uno spazio di lavoro virtuale, realizzato dall’operatore di sviluppo progettuale dr. Stefano Costa insieme agli altri operatori del comparto che si stanno impegnando per la riuscita del progetto e supportata dal tecnico informatico della ASL Massimo Sciruicchio, con il coordinamento dell’ing. Mario Cisternino. Una piattaforma online che permette già a tutti gli operatori, anche con strumenti propri, di utilizzare spazi di condivisone di file e documenti di lavoro, videoconferenze, meeting e momenti di aggiornamento professionale.

“Un’organizzazione – assicura il direttore della NPIA Vito Lozito – che resterà operativa anche alla fine dell’attuale emergenza valorizzando l’apporto di tutti gli attori che ruotano intorno al progetto della NPIA, operatori sanitari, dirigenza e comparto, e socio-sanitari come agenti del cambiamento, ma anche genitori e operatori educativi, insegnanti e operatori socio-educativi del territorio che vorranno condividere questa visione di sistema sanitario integrato per la continuità delle cure ambulatorio-casa-territorio”.

Un impegno notevole che il Direttore Generale Antonio Sanguedolce ha subito incoraggiato: “In questa attività – fa notare - abbiamo messo in campo le energie, le risorse e le competenze migliori per garantire alle famiglie e ai pazienti la continuità terapeutica, anche a distanza. I nostri operatori, che ringrazio tutti, sono riusciti a farlo in una situazione di emergenza e con modalità assolutamente inedite dimostrando una grande capacità riorganizzativa che è una ricchezza per l’azienda sanitaria e per la comunità, soprattutto perché si è data una risposta efficace ai bisogni di minori e famiglie particolarmente fragili”.

Parallelamente la NPIA della ASL Bari sta collaborando con il Comune di Bari per garantire alle persone con disturbi dello spettro autistico, adulti e minori, e ai soggetti con disturbo da deficit di attenzione/iperattività e disabilità intellettiva grave di poter usufruire di spazi verdi per stare all’aria aperta, un bisogno che ha evidenti risvolti umani e terapeutici. A Bari già oggi è possibile passeggiare, correre liberamente, giocare attraverso i percorsi sensoriali e l’uliveto del Parco urbano Clipper in via Mazzitelli 43. E ci si sta attrezzando similmente in altri comuni, reperendo spazi verdi ad hoc, con accesso contingentato, da destinare alle esigenze di pazienti e famiglie anche dopo l’emergenza. Dove non arriva la tecnologia, insomma, vengono in soccorso altre risorse più tradizionali, a patto di mantenere la giusta distanza.

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