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Giovedì, 25 Aprile 2024
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E la cura degli amici a quattro zampe?

Quasi una famiglia italiana su due convive con un animale domestico e più di una su tre con un cane o un gatto. Bari, tra le 15 grandi città considerate, è dodicesima

Il recentissimo rapporto dell'associazione ambientalista fotografia del Bel Paese imbruttito da pigrizia e poca attenzione alla tutela e alla gestione degli amici a quattro zampe. Ad affermarlo il ministero della Salute, che evidenzia come questo sia un dato molto positivo, sintomo dell’aumento di sensibilità nei confronti dei nostri amici a quattro zampe. Ma se sono aumentate le famiglie che decidono di adottare un cane o un gatto, crescono anche le esigenze di queste famiglie e dei loro animali e il bisogno che le città siano sempre più a loro misura: spazi aperti attrezzati, connessi da piste ciclabili, a disposizione dei cittadini per giocare e rilassarsi con i propri compagni di vita, efficaci controlli per il buon funzionamento delle regole di civile convivenza, uffici pubblici in grado di offrire informazioni nel caso di ritrovamento di animali in difficoltà ecc. Me le nostre città sono attente ai bisogni di Fido?

A darci una fotografia molto dettagliata del Belpaese è il “Rapporto Animali in Città”. Giunto alla sua terza edizione, l’indagine di Legambiente vuole accendere i riflettori sui servizi e le attività che i Comuni capoluogo di provincia offrono ai cittadini che hanno animali d’affezione e per la migliore convivenza in città con animali padronali e selvatici. Per ottenere i dati e opinioni, Legambiente ha inviato un apposito questionario a 104 amministrazioni comunali a cui hanno risposto 81 comuni capoluogo di provincia.

In base alle risposte, a ogni città è stato dato un punteggio da 100 (massimo assegnabile) a 0, costruito sulla valutazione di trentatré indicatori e dal quale è scaturita una classifica nazionale: 30 punti per la qualità complessiva della città; 15 punti per le regole date ai cittadini, attraverso i regolamenti comunali (sei indicatori valutati, più un settimo specifico per i comuni costieri); 43 punti per l’organizzazione complessiva del servizio, attraverso gli elementi di conoscenza acquisiti dal comune, i servizi offerti e l’azione di controllo realizzata (diciotto indicatori valutati); 12 punti per le risorse economiche impegnate, attraverso la spesa procapite e i risultati ottenuti in alcuni servizi essenziali (sette indicatori valutati). I risultati non sono molto buoni: le migliori città, afferma il Rapporto, raggiungono oggi a malapena la sufficienza (60 punti su 100) in un settore che, invece, dovrebbe ottenere punteggi ben più alti considerata la grande presenza di amici a quattro zampe in città.

In questa classifica, Bari, con un punteggio di 28,55 si piazza al dodicesimo posto su 15 città grandi considerate. Dando poi uno sguardo ad alcuni dei trentatrè parametri utilizzati per valutare le performance dei comuni capoluogo scopriamo che in quello pugliese la spesa annuale procapite dichiarata dal Comune, rappresentata dal rapporto tra costo dichiarato dall’Amministrazione comunale e numero di cittadini residenti è di 2,6 euro a cittadino. Per quel che riguarda la capacità del Comune nel risolvere i casi di cani vaganti catturati nel corso di un anno solare, rappresentata dal rapporto tra cani in entrata in un anno solare e cani padronali restituiti ai proprietari più i cani non padronali dati in adozione nel medesimo periodo temporale il risultato è di 1,7 a cittadino. E c’è da dire che sull’attenzione a uno dei servizi essenziali per i cittadini e i loro amici a quattro zampe, ossia gli spazi dove consentire l’esigenza quotidiana di movimento (rappresentata dal rapporto tra numero di cittadini residenti e numero di aree cani urbane dichiarate) non è stata indicata alcuna informazione nel questionario trasmesso dall’Associazione ai Comuni oggetto di indagine.

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