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Quell’Italia coraggiosa: a Bari l’ambientalista dell’anno

Domenico Lestingi, l'ex dipendente della ditta che gestisce la discarica di Conversano si aggiudica il riconoscimento promosso da Legambiente e La Nuova Ecologia con il sostegno di Weleda

È prevista per oggi pomeriggio a Casal Monferrato, città natale di Luisa Minazzi, donna-simbolo della lotta all’amianto alla quale è dedicato il premio,  la premiazione di Domenico Lestingi, l’ambientalista dell’anno 2013. L’operaio pugliese ha avuto il coraggio di denunciare lo smaltimento irregolare di rifiuti nelle campagne di Conversano, dove lavorava come operaio di una discarica. Il 27 marzo 2012 si è impadronito di una ruspa e ha cominciato a scavare nei terreni agricoli della zona dove sapeva che erano stati seppelliti illegalmente dei rifiuti. Il suo gesto ha permesso alla magistratura di aprire un’indagine con l’ipotesi di disastro ambientale per la discarica sita in Contrada Martucci, a Conversano. Ma gli è costato il posto di lavoro dato che da allora è disoccupato. “Il suo coraggio, la sua generosità e il senso del bene comune sono stati premiati da quasi mille persone che hanno votato per Lestingi riconoscendogli una dote importante, quella di credere nei propri ideali e di sapersi esporre in prima persona per affermarli”, spiega Marco Fratoddi, direttore de La Nuova Ecologia, il mensile di Legambiente che promuove il premio insieme al Comitato organizzatore che si è costituito nella cittadina piemontese.

“Quando ho saputo di aver vinto il Premio Minazzi - dice Lestingi dalle pagine de La Nuova Ecologia - mi sono commosso, questo riconoscimento ha un valore unico per me. Rappresenta il momento di riscatto dopo un lungo periodo di difficoltà, legato perdi più alla perdita di credibilità di fronte alla mia famiglia e alle persone che, in tempi non sospetti, non credevo a quello che dicevo loro. Per questo ho deciso di prendere una ruspa e scavare, volevo far luce sulla verità dimostrando che tutto ciò che avevo visto con i miei occhi era vero. Volevo farlo sapere a tutti affinché si mettesse la parola fine a comportamenti illeciti e rischiosi per la salute di tutti”. Per l’operario pugliese per tutelare l’ambiente e gli interessi della collettività non serve il coraggio, ma “bisogna essere sinceri e leali, questo basta. Se tutti lo fossimo vivremmo meglio”.

Ad aggiudicarsi il secondo, terzo e quarto posto del Premio Luisa Minazzi sono altri tre uomini del sud, che con le loro storie dimostrano la grande voglia di riscatto e di legalità del Meridione. Secondo classificato è infatti il sindaco Ivan Stomeo di Melpignano (Le), al quale è stata conferita una menzione speciale, che ha promosso una cooperativa di comunità grazie alla quale sono stati installati 33 tetti fotovoltaici che forniscono energia ai cittadini lasciando guadagni in eccessi a opere di pubblica utilità. Al terzo e quarto posto altre due persone impegnate nella loro regione, la Campania, sul fronte dei rifiuti: Don Maurizio Patricello, il parroco di Caivano (Na) che si batte da tempo nella “Terra dei fuochi” contro gli alimenti illeciti. C’è poi Giuseppe di Gennaro, che con la sua azienda, nella stessa zona, promuove il riciclaggio della carta ed educa alla differenziata. Quarto classificato è il naturalista Andrea Sforzi, che ha avuto il merito di riportare il falco pescatore in Italia, nel Parco dell’Uccellina (Gr). Menzione speciale infine per Renata Lovati, agricoltrice lombarda in prima linea nelle difesa del suolo dall’avanzare del cemento e per Stefania Baiguera, per il suo impegno da “cittadina reattiva” a Brescia contra la contaminazione provocata dall'impianto chimico della Caffaro.

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