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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Quelle temute polveri sottili

L'Ispra ha fotografato un'Italia dai trend negativi in diminuzione, anche se non mancano criticità. A Bari diminuiscono le concentrazioni in aria di PM10

Un miscuglio di particelle emesse dai tubi di scappamento delle automobili, dai camini delle caldaie, da quelli industriali e dai caminetti per il riscaldamento domestico, è un nemico acerrimo dei nostri polmoni. Ormai lo sanno tutti: la qualità della vita (e della salute) è indissolubilmente legata a quello che respiriamo. I centri urbani più densamente popolati sono quelli in cui, soprattutto in virtù dell’alto numero di auto e delle varie forme inquinanti legate all’antropizzazione, la densità di sostanze nocive nell’atmosfera rischia di essere maggiore. La qualità dell’aria è uno degli ambiti principali cui è dedicato l’ultimo rapporto Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), giunto al IX anno e presentato a Roma recentemente.

L’Ispra ha fotografato un’Italia dai trend negativi in diminuzione, ma dove non mancano criticità: le polveri sottili (lo studio è effettuato su un set di 57 stazioni di monitoraggio appartenenti al territorio di 29 città) diminuiscono: si registrano deboli ma significativi segnali di una diffusa tendenza alla riduzione delle concentrazioni di PM10 e biossido di azoto, anche se la stessa tendenza non si individua per l’ozono, per il quale risulta una situazione di stazionarietà.

Il rapporto rileva anche che gli inquinanti dell’aria rimangono tutti in città: il particolato (PM10 e PM2,5), il biossido d’azoto e l’ozono continuano a essere le sostanze nocive immesse in atmosfera più critiche nelle aree urbane. Anche il benzo(a)pirene per le sue accertate proprietà cancerogene desta preoccupazione.

In particolare a Bari, per le concentrazioni (diverse dalle emissioni) in aria di PM10 guardando al trend 2006 – 2011 si evidenzia una situazione di diffusa tendenza alla riduzione. Il capoluogo ha, quindi, performance migliori per quel che riguarda il numero di giornate con aria “buona” o “accettabile”.

Nell'aprile 2008 l'Unione Europea ha adottato definitivamente una nuova direttiva (2008/50/EC) che detta limiti di qualità dell'aria. Il recepimento nella legislazione italiana ha stabilito che la media annuale non dovrebbe mai essere superiore ai 40 µg/m³, mentre il valore massimo giornaliero (24ore) deve essere inferiore ai 50 µg/m³; e, qualora dovesse oltrepassarsi, il numero massimo di superamenti consentiti in un anno è di 35 giorni.

Dulcis in fundo, una buona notizia: il monossido di carbonio, benzene e biossido di zolfo non sembrano essere più un problema: non superano da anni i valori limite per le concentrazioni in aria e per quanto riguarda le emissioni in atmosfera il trend risulta per tutte le città in decrescita.

Gli effetti delle polveri atmosferiche sono dannosi per chiunque, ma non c’è dubbio che le persone anziane e coloro che soffrono di problemi cardiocircolatori e polmonari ne pagano conseguenze peggiori. Non si può certo evitare di rimanere esposti alle pericolose particelle, ma qualche piccola accortezza è possibile metterla in atto. Ad esempio, se si abita in zone particolarmente  trafficate e inquinate si può chiudere con un sigillante gli spifferi sia delle finestre che degli spazi muro-corsie tapparelle e spazi muro-telaio finestra. Per gli appassionati di corsa, bici e passeggiate è consigliabile scegliere percorsi a minor traffico. I polmoni ringrazieranno. E quando le concentrazioni di PM10 sono elevate, utilizzare maschere del tipo Filtro Facciale Protezione 3 (FFP3 questa sigla è stampigliata sulla mascherina), che proteggono da polveri tossiche.

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