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Gillet, l'addio di un uomo vero. Il belga lascia il Bari in lacrime

Il 32enne estremo difensore belga, diventato un giocatore del Bologna, ha salutato l'ambiente barese con una conferenza stampa culminata con le lacrime. A salutarlo, una folla di tifosi inneggianti il suo nome

Potrebbe sembrare retorico ma non lo è: il Bari ha ufficialmente perso oggi, oltre che un patrimonio calcistico di grande valore, un uomo e una bandiera vera: Jean-Francois Gillet, da qualche giorno ufficialmente passato al Bologna, ha salutato l'ambiente oggi in una conferenza stampa culminata con le lacrime sue e dei tifosi presenti. Il belga, dopo un decennio con la maglia biancorossa, resterà senza ombra di dubbio una bandiera calcistica, e non solo, dei galletti come dimostrato ampiamente dall'affetto mostrato dal popolo barese in mattinata nella sala stampa del San Nicola.

ADDIO IN LACRIME - Jean-Francois Gillet arriva in sala stampa sorridente, come spesso accaduto in questi 11 anni di permanenza a Bari. Il belga chiede di far entrare i tifosi e il clima cambia improvvisamente: centinaia di persone, ammassate in ogni centimetro della sala stampa, da subito fanno capire che il suo addio non è di quelli canonici. Al grido unanime del ritornello "C'è solo un capitano", Gillet si ritrova con gli occhi lucidi e in piedi a ringraziare gli astanti che gli tributano un fragoroso applauso. Ci mette un po' il belga a tornare lucido e la conferenza ha ufficialmente inizio: "Ho chiesto di fare questa conferenza perché non mi sembrava giusto lasciare solo due righe su internet. Qui la gente mi ha sempre rispettato e trattato benissimo ed era giusto salutare bene la gente di Bari. Questa è la mia città, c'è la mia famiglia e non è stato facile prendere questa decisione ma purtroppo questo riguarda il lavoro ed ho dovuto essere freddo per decidere". Il belga, poi, spiega meglio i motivi dell'addio: "La scelta è tutta mia. La società non mi ha fatto nessuna pressione. Ho 32 anni e sono in un momento chiave della mia carriera: scegliendo di giocare in serie B avrei detto definitivamente addio alla carriera ad alti livelli perciò dal punto di vista professionale è stato giusto così". L'ex capitano biancorosso si toglie poi qualche sassolino dalla scarpa: "Quest'anno sono successe cose che non mi sono piaciute, ho sentito tante cose che mi hanno fatto male e in campo la domenica facevamo ridere. Io ho sempre rispettato e onorato la maglia e lo farò sempre ma mi è dispiaciuto dopo 10 anni non aver mai ricevuto difese, anche da parte della società, rispetto a chi mi gettava fango addosso. I tifosi e i giornalisti, come è giusto che sia, giudicavano in modo lecito ma dall'interno dell'ambiente mi aspettavo un comportamento che non c'è stato e questo mi ha un po' deluso. Perché parlo di questo solo ora? Perché durante la stagione se l'avessi fatto mi sarebbe parso di sparare sulla croce rossa...". L'arrabbiatura del belga, però, dura poco perché qualche minuto dopo il numero uno di Liegi ritrova commozione e lacrime: "Tutto questo, comunque, non cambia nulla nei confronti della piazza e della gente. Porterò sempre Bari nel cuore e per me è stato un grande onore indossare la fascia di capitano per questa società". La speranza di rivederlo a Bari, però, non svanisce come lui stesso puntualizza: "Non posso dire cosa succederà in seguito. Non ho preso nessun accordo con la società per tornare a giocare qui o diventare dirigente. Di sicuro tornerò perché ho casa qui, la mia famiglia abita qui e la piazza mi ha sempre dato tanto". La chiusura di Gillet è su Lamanna, suo successore fra i pali del Bari: "Non lo conosco bene ma arriva giovane come sono arrivato io e deve stare tranquillo. Ha vinto due campionati, ha qualità e la piazza qui è tranquilla e lo accoglierà sicuramente bene". La conferenza termina: l'abbraccio dei tifosi da ideale diventa reale e Gillet si ritrova circondato da gente con sciarpe, maglie e macchine fotografiche che lo immortalano in un continuo scambio di abbracci e saluti. L'era Gillet al Bari è finita ma accanto ai vari Maiellaro, Protti, Loseto, Joao Paulo e quanti altri hanno fatto la storia del club biancorosso, da oggi c'è stampato il nome di un uomo belga di nascita ma barese di adozione, un uomo con la U maiuscola.
 

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