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Ospedale Fiera, schiarita con i lavoratori: Emiliano promette più risorse per personale e sicurezza. Sindacati: "Vigileremo"

Dopo la denuncia di personale medico infermieristico in numero insufficiente, non del tutto formato a lavorare in reparti di rianimazione intensiva e sub intensiva, e mancanza di misure di sicurezza, rimangono oggetto della vertenza

L’incontro tra sindacati di categoria e i vertici della Regione Puglia ha sancito una tregua ma non ha risolto del tutto una situazione complessa. Quella dell’ospedale Covid alla Fiera del Levante che, dopo varie vicissitudini, polemiche, denunce e un’inchiesta della magistratura è entrato in funzione lo sorso 15 marzo. Ma che, dopo osservazioni e resistenze dei rappresentanti del personale medico e infermieristico sul numero di lavoratori necessario di operatori da trasferire per i posti letto attivati, con l’accordo siglato con la dirigenza del Policlinico di Bari sembrava oramai avviato alla sua piena funzione. Apparenza smentita dal dossier dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza che hanno denunciato una serie di disfunzioni e indetto una conferenza stampa per la martedì 30 marzo poi rientrata per dare spazio all’incontro urgente al quale ha partecipato anche il governatore pugliese Michele Emiliano. Personale medico infermieristico in numero insufficiente, qualità dello stesso, perché non del tutto formato adeguatamente per lavorare in reparti di rianimazione intensiva e sub intensiva, e mancanza di misure di sicurezza, rimangono oggetto della vertenza.

“Abbiamo chiesto alla Regione Puglia di dare concretezza alla propria azione in ambito sanitario – spiegano a fine incontro Franco Busto, segretario generale della Uil di Puglia, e Giuseppe Vatinno, segretario generale della Uil Fpl Puglia -, a cominciare dalla gestione del nuovo reparto Covid alla Fiera del Levante. Nello specifico, la Regione deve farsi carico dei costi del nuovo reparto, che non possono pesare ulteriormente sul bilancio del Policlinico, mettendo a repentaglio i servizi degli altri reparti. Inoltre, abbiamo fatto presente al presidente e ai suoi collaboratori che, seppure consci della situazione emergenziale, le relazioni tra governo regionale e sindacato non posso risolversi in riunioni convocate all’ultimo minuto, ma devono rimanere centrali, anche se snellite nella forma. E’ impensabile, infatti, gestire azioni di contrasto alla pandemia senza coinvolgere i lavoratori nelle decisioni più importanti”.

Su quest’ultimo punto ha insistito a più riprese Antonio Amendola, rianimatore anestesista del Policlinico di Bari e segretario dell'Aaroi - Emac, associazione che rappresenta la categoria, che non ha partecipato all’incontro: “Noi non siamo stati convocati per affrontare la questione ed è paradossale che sul tema della sicurezza i dirigenti medici non siano ascoltati, come è avvenuto nei mesi scorsi sulle scelte fatte attorno a quell’ospedale”.

Nel dossier dei rappresentanti della sicurezza di legge di carenze   per gli operatori sanitari esposti a rischio, da medio ad alto, mascherine FFP2 “nonostante siano disponibili in quantità sufficienti azienda”. E ancora: “Ascoltiamo con rammarico e preoccupazione il grido di aiuto che ci perviene da numerosi operatori sanitari in servizio presso la struttura sanitaria per le emergenze lasciati soli a gestire situazioni di elevata complessità assistenziale, senza formazione e senza nessun tipo di sostegno alle pratiche assistenziali mai codificate in linee guida, procedure o protocolli necessari e obbligatori nell’ambito delle aree di elevata e complessa assistenza”.

Al termine dell’incontro sono intervenuti ancora il segretario regionale Uil, Franco Busto, e Giuseppe Vatinno, segretario generale della Uil Fpl Puglia. “Il presidente Emiliano – scrivono -  ha preso atto delle osservazioni portate al tavolo dalle organizzazioni sindacali e dato mandato all’assessorato alla Sanità di avviare l’iter per compensare i costi aggiuntivi del nuovo reparto, nonché al direttore generale del Policlinico di mantenere un rapporto costante con le parti sociali. Sia chiaro: il sindacato – spiega – non ha mai costituito un ostacolo per l’apertura del reparto Covid in Fiera del Levante, anzi sin dal primo giorno ha dato la massima disponibilità a discutere con la Regione e con la Asl, oltre che con i lavoratori del comparto che, ricordiamolo, sono da mesi in prima linea contro il virus, ormai allo stremo delle forze. Tuttavia – aggiungono -, la fretta dovuta all’emergenza non può significare assenza di garanzie per i lavoratori e per i pazienti del Policlinico e in generale del sistema sanitario regionale e di Bari. Le stesse garanzie che abbiamo ribadito oggi e che, da tempo, chiedevamo alla Regione ricevendo in cambio risposte evasive. Ci auguriamo che oggi cominci un percorso nuovo: il sindacato era ed è disponibile ad assumersi le proprie responsabilità dinanzi all’emergenza sanitaria, a collaborare con spirito costruttivo e propositivo, a patto però- concludono - di non barattare tale atteggiamento con i diritti dei cittadini e dei lavoratori della sanità”.

Dello stesso tenore i rappresentanti Fials. "Siamo in parte soddisfatti di aver finalmente dialogato con il presidente Emiliano - scrivono - consegnandogli le nostre preoccupazioni e criticità  così come pervenute dal chi oggi è sul campo ( in corsia, nel Seu 118 e in tutta la rete dei servizi sanitari ) auspichiamo che gli impegni presi dal presidente  siano attuati a beneficio di tutti . Pretendiamo rispetto per l’attività professionale che deve essere di totale qualità’ e deve essere realizzata nel rispetto delle buone pratiche . Utilizzeremo il canale di comunicazione istituzionale “sempre aperto” ha dichiarato Il presidente Emiliano per suggerire modelli organizzativi efficaci rispettosi della sicurezza delle cure" .

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