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Ospedale Fiera, i medici denunciano: "È al collasso, i rianimatori non bastano, intervenga la Regione o la magistratura"

Con una nota, dura, intitolata Come volevasi dimostrare, l’intersindacale regionale dei medici racconta di una situazione insostenibile per carenza di personale. Amendola Aaroi - Emac: "Serve reclutare subito altro personale"

I 70 morti per Covid registrati martedì 6 aprile rappresentano un record per la Puglia e la pressione sugli ospedali, a cominciare da quello realizzato alla Fiera del Levante, sta mettendo a dura prova tutto il sistema ospedaliero. Con una nota, dura, intitolata Come volevasi dimostrare, l’intersindacale regionale dei medici denuncia una situazione insostenibile, soprattutto tra Policlinico e nuovo ospedale in Fiera, per carenza di personale, anestesisti rianimatori in particolar modo.

“Puntualmente i timori sono diventati realtà – scrivono i medici - e la Puglia è maglia nera nella lotta al Covid: i contagi non diminuiscono, la vaccinazione di massa arranca, il contact tracing è da tempo saltato e, soprattutto, aumentano in modo esponenziale i ricoveri in terapia intensiva ben oltre la media nazionale, con un numero sempre crescente di decessi ( 70 nella giornata del 6 aprile, il dato regionale più elevato in Italia). In particolare, la pressione sulle terapie intensive della struttura in Fiera mette in ginocchio tutti gli operatori sanitari, impegnati a gestire un numero di pazienti altamente critici di gran lunga superiore rispetto a quelli preventivamente attivati come posti di rianimazione. I medici – aggiungono - sono costretti a trasferire i pazienti in altre strutture oppure, cosa altrettanto grave, ad utilizzare altri posti letto di rianimazione( presenti nella struttura ma non attivati) in assenza di specifico personale specialistico medico dedicato a tali ulteriori posti letto necessario a rispettare i livelli minimi assistenziali. La soluzione di inviare in Fiera, per l’assistenza ad elevata intensità di cura come ai pazienti  in terapia intensiva, dirigenti medici di altre discipline che non siano anestesisti rianimatori, oltre che illegittima sul piano contrattuale, mette a rischio grave l’assistenza appropriata dei pazienti”.

La nota prosegue con la richiesta urgente rivolta alla Regione di mettere a sistema le risorse mediche regionali perché la gestione dell’ospedale delle Maxiemergenze non pesi esclusivamente sul Policlinico. In assenza di prese di posizione della Regione, i medici si dicono pronti a rivolgersi anche all’autorità giudiziaria e ai nuclei ispettivi. Antonio Amendola, rianimatore anestesista del Policlinico e segretario dell'Aaroi - Emac, attacca i vertici della Regione.

“In tutti questi mesi – racconta - non ci hanno mai convocato se non per discutere di soldi, quando invece noi volevamo che ci si organizzasse per fa fronte a questa terza ondata. Paghiamo errori compiuti negli anni scorsi con la perdita di tanti anestesisti formati nelle nostre Università andati a lavorare altrove, ma anche errori recenti, dopo il reclutamento di medici e specializzandi lo scorso anno fatto con contratti di soli sei mesi invece che di tre anni. Ora il personale è insufficiente. In Fiera ci risultano attivati quattro moduli di terapia intensiva da 56 posti letto, di cui 46 occupati. Gli altri dieci non lo sono perché manca il personale. Gli anestesisti rianimatori che ruotano attorno alla struttura – aggiunge Amendola - ci risulta siano 35, di cui 25 stabili in Fiera e dieci che fanno la spola col Policlinico che nel frattempo continua il suo lavoro. Salvo sei provenienti dal San Paolo e dall’oncologico, sono tutti medici del Policlinico. Questo fa capire come non possa una singola azienda gestire quell’ospedale”

Il rappresentante sindacale e rianimatore anestesista spiega quali possano essere le soluzioni nell’immediato. “La Regione – sottolinea - deve subito mettere a sistema la disponibilità di anestesisti rianimatori su tutto il territorio, provvedere al reclutamento di personale anche da altre regioni dove magari la pressione è inferiore e assumere specializzandi al più presto. Si è voluto replicare il modello dell’ospedale in Fiera della Lombardia, dove ci sono stati comunque problemi, senza la stessa organizzazione. Ora la Puglia vive purtroppo una crisi peggiore di quella lombarda”.

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