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Tra rifiuti abbandonati e roghi, viaggio nelle campagne baresi trasformate in discariche: scempio senza fine

Con i volontari di Gens Nova, un percorso attraverso alcuni siti alla periferia della città in cui il fenomeno risulta essere più radicato. Tra Bari e provincia, l'associazione, nell'ambito delle sue attività a tutela dell'ambiente, ha mappato oltre 120 aree interessate da scarichi illeciti

I rifiuti accatastati lungo i bordi della carreggiata compaiono man mano che si percorre strada San Giorgio Martire. In questa via alla periferia della  città,  l'abbandono selvaggio non è purtroppo una novità. E' uno scenario che si ripresenta sempre uguale, anche a dispetto delle pulizie straordinarie pur in  passato  effettuate da Comune e Amiu. Ma quello che appare agli occhi percorrendo la strada in auto è nulla rispetto a ciò che si cela poco più distante, nelle campagne adiacenti. Vere e proprie discariche abusive, in cui lo scempio continua a consumarsi, e rifiuti a crescere, tra l'erba e i resti di edifici rurali che raccontano il passato, e in cui l'abbandono del tempo si mescola al degrado provocato da un fenomeno che, purtroppo, non conosce tregua.

rifiuti strada san giorgio martire-2

Lo scempio di strada Deserto

Come accade nella vicina strada privata Deserto. L'accesso a questo sentiero che si inoltra attraverso i campi per arrivare fin su via Buozzi, dal lato di strada  San Giorgio Martire è sbarrato da alcuni grossi massi. Ma nonostante gli ostacoli che impediscono il transito dei mezzi, è sin da subito evidente quanto questa zona sia stata, e continui ad essere, alla mercé di chi si disfa illecitamente di rifiuti (spesso anche speciali e pericolosi). Appena imboccato il percorso, colpisce anche la presenza di una sorta di vasca, in cui sono ben visibili le tracce del fuoco: tra i resti anneriti, si distinguono chiaramente delle ossa di animale (probabilmente un cane, ci dirà poi un esperto esaminando il materiale fotografico). Una scena macabra che però lascia presto il posto ad altre immagini, che colpiscono allo stesso modo, come un pugno nello stomaco. Perché se lungo il percorso si distinguono chiaramente cumuli di bustoni neri, cataste di quello che sembra materiale coibentante, e inequivocabili segni di roghi più o meno recenti, ben presto ci si ritrova, per poter procedere, a dover letteralmente camminare su grossi cumuli di materiale abbandonato. E così, mentre in lontananza compare la sagoma di una imponente masseria ormai diroccata, i rifiuti sono ovunque: al centro di quello che dovrebbe essere il sentiero, o accatastati ai lati, tanto da aver creato dei veri e propri rialzi del terreno. Cumuli di pannelli in legno, infissi dismessi, e poi ancora una distesa di vecchi giocattoli e passeggini, carcasse di elettrodomestici e pneumatici. E tra l'erba spuntano anche quelle che hanno tutta l'aria di essere lastre in cemento amianto. Superando il rudere e proseguendo ancora in direzione via Buozzi, si arriva in un punto dove la strada comincia a essere asfaltata. Sulla destra si staglia la sagoma dell'antica chiesa di Santa Maria del Deserto. Impossibile accedervi: gli ingressi sono protetti da lucchetti e cancelli, che arginano la distesa di rifiuti  che si estende a pochi passi. Quelli abbandonati sul punto più esterno verso la parte di strada asfaltata sembrano essere lì da poco tempo: ci sono libri, vestiti, scatoloni, pezzi di una poltroncina. Allo stesso tempo però, quello che colpisce è la presenza di una sorta di varco pur presente tra i cumuli di materiale abbandonato: come se nel tempo questo fosse stato in qualche modo spostato e ammassato verso i lati, probabilmente per far spazio a nuovi scarichi.

La campagna ridotta a discarica in strada Deserto

Abbandoni di rifiuti e roghi: "Un'attività che non si ferma mai"

"E' evidente, in questo sito come in alcuni altri interessati dallo stesso problema, una sorta di stratificazione dei rifiuti, che si sono andati accumulando nel tempo", fa notare Cristiano Scardia. Guardia ambientale, volontario dell'associazione Gens Nova, per cui è coordinatore del gruppo di lavoro per la prevenzione dei fenomeni a danno dell’ambiente, è lui a farci da guida in questo viaggio tra le campagne alla periferia di città, sempre più 'terra di nessuno', in cui fenomeni illeciti come l'abbandono dei rifiuti e i relativi roghi imperversano ormai da tempo. Perché la presenza di discariche abusive quasi sistematicamente porta con sé gli incendi appiccati per smaltire gli stessi rifiuti, per fare piazza pulita e creare spazio per altro materiale. Un fenomeno, quest'ultimo, avvertito soprattutto d'estate, ma che di fatto resta presente anche nei mesi freddi. E chi vive in quelle zone di periferia più martoriate lo sa. "Sono attività che purtroppo non si fermano mai", afferma con amarezza Scardia. "Il problema della pulizia di molti siti riguarda anche, quando privati, le difficoltà nel rintracciarne i proprietari, ma ci sono situazioni gravi e note da tempo, in cui un intervento sarebbe necessario", dice il referente di Gens Nova. Da circa due anni, l'associazione ha avviato una mappatura delle zone rurali di Bari e provincia interessate dalla presenza di discariche abusive, arrivando a censire oltre 120 siti. Il documento con tutte aree segnalate è stato poi inviato al Ministero della Transizione ecologica. Lo scorso anno, inoltre, l'associazione ha siglato un accordo con l'Anuu Migratoristi per rafforzare le attività di prevenzione e vigilanza a tutela dell'ambiente.

I rifiuti abbandonati lungo la lama

Proprio proseguendo lungo strada San Giorgio Martire, si giunge a un altro dei siti segnalati nella mappa di Gens Nova. Siamo esattamente alle spalle degli insediamenti commerciali di zona Santa Caterina. Un sentiero si inoltra nelle campagne, costeggiando il canale Lamasinata. Anche qui, la 'passeggiata' è un susseguirsi di cumuli di rifiuti: inerti e scarti edili, in gran parte, ma anche materiale plastico, vecchi mobili e pannelli, in parte presenti anche sul costone della lama. In questa zona, poi, i segni dei roghi appiccati più o meno di recente si fanno più evidenti, mentre appena più in là si apre un'ampia distesa di campi coltivati. Ad accentuare il senso di abbandono, in questo lembo di terra ridotto a discarica, c'è anche la presenza di tombini ormai depredati dei coperchi, e rimasti pericolosamente privi di protezione. Il rudere di un edificio, di cui non è rimasto che lo scheletro, è ormai un tutt'uno con la spazzatura che lo attornia, in questo paesaggio in cui il verde della vegetazione convive con lo scempio dei rifiuti illecitamente smaltiti.

Il sentiero lungo la lama assediato dai rifiuti

Masseria Torre La Monaca, tra bellezza e desolazione

Una piaga, quella delle discariche abusive in campagna, che spesso travolge e deturpa luoghi ricchi di storia e bellezza. Come accade in un'altra zona poco distante. Siamo non lontano dallo stadio San Nicola, alle spalle di Parco Adria. Qui, attraverso una strada di campagna, si giunge davanti al rudere di un'abitazione rurale. 'Casino Bassi, 1860', recita una scritta su quanto resta della facciata dell'edificio. All'ombra dei pini che circordano la struttura, ecco i segni dell'azione illecita dell'uomo: secchi, bustoni di rifiuti, pannelli di legno accatastati. Questi ultimi, forse, già pronti per lo smaltimento illecito, come puntualmente, purtroppo accade. "Questa è una zona in cui, soprattutto d'estate, si registrano costantemente incendi - racconta Scardia - Per questo, forse, la quantità di rifiuti presenti appare minore rispetto ad altri siti". Di fatto, questa distesa verde puntellata di ulivi e cespugli, è tutta costellata di cumuli di rifiuti più o meno grandi - scarti edili, soprattutto - fino a giungere a ridosso della imponente Masseria Torre La Monaca, struttura risalente al XIII secolo, oggi ormai purtroppo in decadenza. E il panorama circostante, con le piccole discariche sparse, non fa che accrescere il senso di abbandono di questo luogo puntualmente violato da chi mette, senza scrupoli, abbandona rifiuti. "Siamo davanti solo a un piccolo spaccato dei 120 siti da noi mappati - commenta Scardia - Il tema del degrado è ricorrente nelle campagne alla periferia della città e andrebbe in qualche modo arginato. Il nostro auspicio sarebbe di vedere un intervento su tutti i siti da noi segnalati alle autorità. Soprattutto perché spesso, come in questo caso, ci troviamo davanti a siti di interesse storico che andrebbero tutelati e valorizzati, e non depredati o riempiti di rifiuti".

Rifiuti tra gli ulivi: la desolazione intorno a Masseria Torre La Monaca

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