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Attualità Picone / Via Scipione l'Africano

Demolizione del Palazzo della Gazzetta in via Scipione, la denuncia degli architetti baresi: "Prosegue la distruzione degli edifici storici della città"

Il presidente degli Ordine degli Architetti di Bari, Mimmo Mastronardi: "Il Comune di Bari applichi finalmente la norma regionale, inutilizzata da 15 anni, e tuteli le sue opere più significative di architettura moderna e contemporanea"

"Una città che abbatte la sua storia è una città senza memoria, per chi la vive e per chi la visita. Fermate la distruzione dell'architettura moderna barese". È questo il commento del presidente dell’ordine degli architetti della provincia di Bari, Mimmo Mastronardi alla notizia dell’abbattimento del palazzo che, in passato, è stata la sede de La Gazzetta del Mezzogiorno, in via Scipione l’Africano. Al posto dell'edificio, i cui lavori di abbattimento dovrebbe iniziare il prossimo aprile, dovrebbe sorgere un complesso residenziale. 

L'Ordine degli architetti non lancia solo un grido d'allarme, ma preannuncia anche azioni per evitare che la demolizione venga effettuata. L'abbattimento dell'edificio, secondo gli architetti baresi, avverrebbe contro le prescrizioni della legge regionale che regola le "Misure a sostegno della qualità della opere di architettura e di trasformazione del territorio". 

La legge, sottolineano dall'Ordine degli Architetti, è stata dimenticata dal Comune di Bari e da tutti i comuni pugliesi che non l’hanno mai applicata. Le norme prevedono che le amministrazioni locali, entro dodici mesi dall’approvazione delle disposizioni, redigano un elenco di edifici di architettura moderna e contemporanea di significativa testimonianza storica. "Invece tutto è annegato nel silenzio più assoluto. Come più volte denunciato dall’Ordine degli Architetti di Bari - continua Mastronardi - con l’annuncio della demolizione del palazzo della Gazzetta, prestigiosa opera dell’Architetto Onofrio Mangini, la storia purtroppo si ripete. Questa volta grazie anche al silenzio del Comune".

"Ricordo alla cittadinanza – prosegue il presidente dell'Ordine degli Architetti di Bari - che quello della Gazzetta è solo l’ultimo episodio dopo la distruzione dello splendido Palazzo che dominava piazza Aldo Moro di Saverio Dioguardi dell’82, di Villa Logroscino progettata dallo studio Chiaia-Napolitano e Villa Bianca progettata da Onofrio Mangini, sempre in via Scipione l’Africano. Abbiamo assistito all’abbattimento della torrefazione Saicaf in via Amendola disegnata da Dino Pezzuto, della clinica Villa del Sole di Saverio Dioguardi demolita a causa del famigerato piano casa". L’Ordine si è opposto in tutti i precedenti episodi, come nel caso recente dell’ex Cto, realizzato dal grande maestro italiano Giuseppe Samonà tra il 1948 e il 1953.

“Invano - conclude Mastronardi - ho chiesto un anno fa al Sindaco Antonio Decaro di essere ricevuto per poter esporre le nostre istanze, non solo a nome di una categoria, ma di tutta la Città diventata una meta del turismo nazionale ed estero. Se fossi stato ricevuto gli avrei ricordato come le opere di architettura moderna e contemporanea facciano parte del palinsesto urbano al pari delle bellezze monumentali e dei luoghi simbolo. Per non vedere distrutta la nostra storia invitiamo tutte le forze culturali ed accademiche del territorio provinciale ad una mobilitazione plurale, affinché il Comune di Bari con il supporto della Regione Puglia applichi finalmente la norma regionale, inapplicata da 15 anni, e tuteli le sue opere più significative di Architettura moderna e contemporanea. Come? Nell’unico modo possibile come previsto dalla legge regionale, ovvero che il consiglio comunale adotti una variante al piano urbanistico per mettere in salvo l’elenco delle costruzioni del 900 barese, prima che del recente passato architettonico di Bari non resti più nulla".

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