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Vaccini, i medici di base denunciano ritardi e anomalie a Emiliano: "Nell'Asl di Bari regna l'anarchia, protocollo disatteso"

Francesco Pazienza, segretario regionale Smi: "Ci sono problemi di ogni tipo, non siamo ancora stati messi nelle condizioni di lavorare agevolmente per le somministrazioni, in alcune Asl dosi date solo ad alcuni medici e non ad altri"

“Dopo giorni, mando un’email al mio medico di famiglia per chiedere quando sia possibile prenotare la vaccinazione antiCovid per mio figlio, autistico, in passato affetto da leucemia e studente Bes in presenza a scuola. Il medico, al telefono, mi dice che al 31 marzo non è stata data nessuna informativa sulle modalità di erogazione del servizio”. La testimonianza è di Gianni Perilli, impiegato delle Ferrovie dello Stato di Bari, che già i giorni scorsi aveva denunciato il paradosso sui ritardi dei vaccini per le persone fragili e per chi se ne prende cura. Eppure la Regione ha comunicato nella serata di martedì 30 marzo che “i medici di medicina generale possono ritirare le dosi di vaccino negli hub vaccinali della Puglia per procedere con le vaccinazioni a domicilio degli over 80 e pazienti fragili: i medici fanno richiesta alle Asl del quantitativo di cui hanno bisogno e poi possono passare a ritirarlo dopo 48 ore. Per questo servizio le Asl stanno fornendo ai medici di medicina generale dei contatti mail dedicati”.

Il dipartimento di Promozione della Salute ha dato, inoltre, tempo fino al 2 aprile alle Asl per fornire gli elenchi delle persone da vaccinare ai medici di medicina generale. “Le Asl – si legge - che non hanno ancora provveduto a fornire gli elenchi dei soggetti over80 prenotati a domicilio - depurati dai soggetti già vaccinati - devono provvedere a renderli disponibili ai medici di medicina generale con la massima urgenza e comunque tassativamente non oltre giovedì 2 aprile alle 9”. Non solo. “Tutte le dosi di vaccino Moderna disponibili – si legge - e quelle in consegna in questi giorni, al netto delle dosi necessarie per le seconde dosi da somministrare nella settimana di riferimento, devono  essere destinate esclusivamente ai medici di medicina generale  che hanno optato per attività in studio, attraverso, una distribuzione diretta curata dalle singole Asl, in attesa dell’operatività dell’Accordo per la distribuzione intermedia e finale dei vaccini anti Covid ai medici di medicina Generale e da parte delle farmacie convenzionate, che è in via di perfezionamento”. In alternativa “le Asl devono attivare immediatamente un servizio di consegna che, attraverso Dipartimento Cure Primarie o il Coordinamento dei Distretti Socio Sanitari, renda disponibile, a partire da mercoledì 31 marzo mediante le sedi hub vaccinali di riferimento territoriale, ai medici di medicina generale che non hanno optato per attività in studio le dosi necessarie per avviare la vaccinazione domiciliare secondo le priorità previste”.

Francesco Pazienza, segretario regionale del Sindacato medici italiani (Smi) e portavoce intersindacale di un’aggregazione di cinque sigle, tra cui Cgil Medici, sottolinea come la situazione sia tutt’alto che chiara: “Ci sono problemi di ogni tipo, i medici non sono ancora stati messi nelle condizioni di lavorare agevolmente per le somministrazioni, mancano diverse informazioni pratiche per capire come agire, molti colleghi non sanno esattamente cosa fare. Ora ci sono intoppi anche per i flaconi dei vaccini. Il farmaco che dovremmo usare è Moderna, perché più semplice per noi da adoperare, ma c’è il rischio di ritrovarci per lo più con dosi Pfizer. Nel frattempo – aggiunge – tanti di noi in modo volontario spenderanno il loro tempo di sabato e domenica per portare avanti le vaccinazioni”.

E dalle organizzazioni dei medici arriva anche un altro allarme affidato a una nota, che denuncia come in alcune province pugliesi i flaconi siano distribuiti solo a un numero limitato di medici di base. Mentre in quella di Bari si confermerebbero situazioni tutt’altro che chiare, portate a conoscenza del governatore Michele Emiliano. “Nella Asl di Bari – riporta la nota - registriamo un'anarchia assoluta in quanto comitati di distretto e i nuclei operativi aziendali hanno  formulato provvedimenti operativi sul progetto campagna vaccinazione anti covid-19 difformi nella maniera più assoluta rispetto al protocollo di intesa firmato dalle organizzazioni sindacali in Regione il5 marzo scorso. Questi suggestivi protocolli operativi non hanno nessuna valenza cogente per la medicina generale perché tale  operatività è prerogativa assoluta del Cpa (comitato paritetico), in cui siedono le organizzazioni sindacali firmatarie del protocollo d'intesa.  Varie richieste di effettuazione di Cps sono state fatte dai sindacati e mai l'azienda in questi giorni ha indetto tale comitato, facendo così perdere alle organizzazioni sindacali il diritto, riconosciuto dalla legge, di rappresentare i medici di medicina generale”.

Per questi motivi, le sigle sindacali Confintesa, Simet, Snami, Fp Cgil e Smi, reputano “tali accordi illegittimi e illegali non riconosciuti validi dal nostro gruppo intersindacale. Abbiamo sottoscritto con la parte pubblica un protocollo e a questo ci richiamiamo non alle interpretazioni di tanti solerti responsabili capaci, contravvenendo agli stessi accordi, di gettare nel caos i medici e i pazienti in attesa di essere vaccinati”.  Un’organizzazione dalla quale vengono prese le distanze, mentre si denunciano episodi da porre all’attenzione della magistratura.  “Ci giunge notizia di atti censurabili a livello delle Aziende sanitarie locali – è scritto ancora nella nota - in particolare abbiamo notizia riguardanti le Asl di Brindisi e Lecce.  Ci viene riferita la distribuzione di flaconi di vaccini in numero ridotto e non a tutti i medici che si sono dichiarati disponibili. Ciò sta creando imbarazzo e problemi ai colleghi, costretti a fronteggiare le richieste di pazienti senza avere a disposizione i vaccini, e alla stessa riuscita della campagna vaccinale. A livello delle Asl regna la più assoluta improvvisazione che, in relazione alla pandemia, determina – conclude - comportamenti degni, a nostro avviso, dell’intervento dell’autorità giudiziaria”. 

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