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Giovedì, 25 Aprile 2024
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La scoperta dell'identità sessuale e il percorso di transizione, Alessia Nobile si racconta: "Bari città inclusiva, ma non per lavorare"

L'intervista alla transgender barese che nel 2016 ottenne per prima in Puglia il cambio anagrafico di sesso senza esser costretta a sottoporsi a un intervento di riassegnazione chirurgica del sesso. "Don Gallo per me è stato un padre"

Un'identità sessuale che si manifesta silenziosa e gentile, come solo una bambina può essere. Una bambina invisibile, trasposizione della sua anima, che la transgender barese Alessia Vessia - conosciuta con lo pseudonimo di Alessia Nobile - avvertiva dentro di sé. E che attraverso il percorso di transizione è emersa agli occhi di tutti. Un processo di consapevolezza che ha voluto raccontare nel suo libro 'La bambina invisibile', edito da Castelvecchi, che il 23 marzo sarà presentato alla libreria Feltrinelli di Bari. Ci siamo fatti raccontare com'è stato il percorso che l'ha portata a entrare in contatto con la sua anima femminile e come oggi la società giudica la comunità transgender.

Chi è la bambina invisibile? Qual è la genesi del libro?​

La bambina invisibile, fondamentale è l'anima, femmina, pura e incompresa di quella bimba nata in un corpicino da maschietto. Nessuno riusciva a percepirla, ad abbracciare la sua natura .

Il percorso di accettazione di un'identità sessuale nella tua personale esperienza che ostacoli ha incontrato?

Avevo solo tre anni, quando ho percepito, tramite segni legati al gioco e all' abbigliamento, di essere una bambina. Ho subito accolto la mia natura, mi è piaciuta al primo istante, d'altronde non avrebbe arrecato alcun danno a chiunque. Purtroppo mi son dovuta imbattere con la società, bigotta e stereotipata, che oltre a condannare, esiliare e rimbalzare la mia anima, altro non ha saputo fare. È difficile ricavarsi un posto nel mondo, quando non rappresenti l' immagine comune di persona alla quale la società si rifà.

È più complesso in questo la fase dell'adolescenza o quella adulta?

L'infanzia è stato il periodo delle rinunce (non puoi utilizzare giocattoli e vestitini che vorresti perché appartenenti per tradizione al sesso opposto). L' adolescenza è il momento dei divieti (a scuola non potevo utilizzare la toliette dei maschi ed ero costretta a fare la pipì in piedi ecc..). L' età adulta è il periodo del rimbalzo, dal lavoro, dall' amore, dai diritti. Insomma una vita priva di consensi quella di una donna transgender, almeno la mia storia è questa.

Hai poi incontrato chi da piccola ti prendeva in giro per la scoperta della tua identità sessuale?

Per fortuna non ho mai subito atti di bullismo veri e propri. Qualche battuta qua e là, che non mi hanno arrecato sofferenza e rancore. Ho dimenticato tutto e tutti.

Che ruolo ha avuto don Gallo in questa personale consapevolezza?

Ero a Genova, abitavo in vico della Galera, uno di quei vicoli dove Don Gallo, incontrava e abbracciava le donne transgender. Lui è stato un padre, una spalla, un buon consigliere per me. Grazie a lui non mi son persa in strade oscure e son cresciuta con sani valori. "Sii più credibile che credente e sempre a testa alta": questi erano i suoi consigli. Manca tantissimo.

Come giudichi l'accettazione dei diritti della comunità Lgbtqi oggi? Ci sono stati passi avanti?

Sicuramente un passo avanti, rispetto agli anni '90 quando son stata io adolescenza, c'è stato. Mi rendo conto che la strada è ancora tanto lunga per i diritti e l'inclusione delle persone transgender, ma ho piena fiducia nelle nuove generazioni, che crescendo in un clima arcobaleno, possano arginare il pregiudizio e favorire l' uguaglianza per tutti.

Nella tua Puglia e a Bari, tua città d'origine, vedi differenze?

In Puglia, a Bari, si vive abbastanza bene la realtà transgender. Gli sguardi strani sono un lontano ricordo. Manca l'inclusione lavorativa come in tutta Italia, ma per il resto la società è abbastanza inclusiva. Penso che il 2016 ha segnato un passo avanti per tutte le persone transgender, e tutto è nato nella citta di Bari, dove ho ottenuto il cambio anagrafico di sesso senza esser costretta a sottopormi ad un intervento di riassegnazione chirurgica del sesso. Son stata la prima transgender in Puglia ad aver ottenuto questa sentenza rivoluzionaria. Poi ho avuto la possibilità per ben tre anni di partecipare al Corteo Storico di San Nicola come figurante, insomma un popolo inclusivo quello barese.

C'è chi sostiene che il percorso di accettazione (la cosiddetta cultura 'woke') oggi stia percorrendo un percorso inverso e che invece si sfrutti troppo l'inclusività più per fini commerciali che per un vero senso di apertura. Netflix ad esempio ha ricevuto questa critica. Tu che ne pensi?

La corretta informazione è importante per favorire l' inclusivita' e arginare i problemi sociali che incontrano tutte le persone transgender . Molto spesso le nostre storie vengono strumentalizzate per ottenere consensi e voti in politica. Alla fine veniamo abbandonate. Vorrei che si prendesse più sul serio la nostra realtà, invisibile, ultima, esclusa.

Se potessi reincontrarti da bambina, cosa le diresti?

Cara bambina, anima innocente, ti ho restituito quel corpo che avresti dovuto ricevere sin dalla nascita. Scusami se non ho realizzato tutto quello che sognavi (un lavoro, il matrimonio e dei figli da adottare), ma la società è ipocrita, testarda, di facciata. Grazie alla tua anima ora sono io: Alessia.

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