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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Bari ricorda i 40 anni dall'omicidio di Aldo Moro: "Uomo del dialogo, lezione per il presente"

Prima la deposizione di una corona d'alloro sul monumento nella centrale piazza del Murattiano, quindi lo svelamento dell'itinerario che ricorda la vita dello statista

La città di Bari ricorda Aldo Moro nel quarantesimo Anniversario dell'omicidio dello statista democristiano, il cui corpo senza vita venne ritrovato nel bagagliaio di una Reanult 4 rossa in via Caetani a Roma, dopo un sequestro durato 55 giorni, cominciato con il rapimento e la morte di 5 agenti della scorta. Stamane si sono svolte diverse celebrazioni per ricordare l'ex presidente Dc, docente universitario e più volte presidente del Consiglio: nella piazza a lui dedicata, vicino alla stazione, il sindaco Antonio Decaro ha deposto una corona d'alloro alla presenza di autorità e rappresentanti della federazione dei Centri studi Aldo Moro. A seguire, sono state scoperte alcune pietre d'inciampo collocate nei luoghi simbolo dell'itinerario dedicato al leader Dc, in particolare presso la casa dove ha abitato con i genitori e i fratelli, in via Murat 51/f; presso la scuola elementare  'Renato Moro', in Largo Colonnello Trizio, dove è situato il busto del padre, inaugurato dallo stesso Aldo Moro nel 1961 e, ancora, vicino alla parrocchia Santa Maria del Rosario, in piazza Garibaldi, frequentata dallo statista dal 1934 al 1946, quando fu eletto deputato dell’Assemblea Costituente.

Decaro: "Vedeva seme dell'italia civile"

"Aldo Moro - ha spiegato il sindaco Decaro - ci ha insegnato, invece, che la politica può e deve avere come obiettivo, primo e ultimo, il bene comune al servizio della comunità. Nella militanza politica lui vedeva il seme dell’Italia civile e democratica che aveva animato gli anni dell’Assemblea costituente e della nascita della Repubblica, non la violenza e il terrore della morte. Per questo - ha proseguito - nel giorno del suo sacrificio, il Paese ricorda tutte le vittime del terrorismo, a cui da questa piazza rivolgiamo il nostro pensiero. Perché Aldo Moro, più di tutti, credeva nella difesa delle idee e degli strumenti democratici che ci permettono di difenderle. Per questo oggi, nel giorno del 40° anniversario della scomparsa di Aldo Moro, ricordiamo la morte di un altro uomo appassionato, Peppino Impastato. Appassionato della sua terra, della giustizia sociale, della politica come strumento di crescita ed emancipazione per le donne e gli uomini. Anch’egli ammazzato barbaramente dalla mafia in Sicilia, per non aver voluto voltare la testa dall’altro lato di fronte all’arroganza criminale e al sopruso quotidiano".

Emiliano: "Costruttore della buona politica"

Per il governatore pugliese, Michele Emiliano, “la morte dell'onorevole Moro, assieme a quella delle vittime del terrorismo, sono state tragedie non solo di singoli uomini e delle loro famiglie, ma di un intero Paese. Non era solo l'uomo del dialogo, ma soprattutto un costruttore della buona politica. Un mite che ha pagato con la propria vita il furore ideologico di chi sognava la guerra rivoluzionaria. Oggi, la lezione di Moro va proiettata nel presente, e naturalmente penso anche a queste settimane di cosiddetto stallo politico, che poco hanno a che fare con il bene del Paese, al quale ha sempre guardato Aldo Moro. La mediazione morotea non fu un semplice compromesso tra partiti o la necessità di adattare gli equilibri politici italiani alla delicata situazione generata dagli “anni di piombo”, ma la costruzione della politica che ha il dovere di farsi carico delle richieste di tutti e dei singoli, uno per uno, perché come lui stesso diceva “ogni persona è un universo”.

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