Erano le 11.57 del 9 aprile 1945 quando una terrificante esplosione investì il porto di Bari. La nave statunitense 'Charles Henderson', ormeggiata alla banchina 14 e carica di bombe e altro pericoloso materiale bellico, destinato a rifornire le diverse basi americane dislocate in Puglia, saltò in aria, per cause mai pienamente chiarite, durante le operazioni di scarico.

Una delle pagine più drammatiche della storia cittadina, a pochi giorni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale che era già costata a Bari morte e distruzione con il bombardamento tedesco della notte del 2 dicembre del 1943.

Le vittime del disastro furono circa 360, tra lavoratori del porto, militari e civili a bordo della nave. 1730 feriti, in gran parte civili italiani, in particolare portuali. Pesantissimi i danni: pezzi della nave furono lanciati in un raggio di diversi chilometri, provocando danni agli edifici della zona portuale. I vetri delle case, nel borgo antico e anche a notevole distanza dal porto, andarono in frantumi. 

L'esplosione - come ricorda Vito Antonio Leuzzi, direttore dell'Istituto Pugliese per la Storia dell'Antifascismo e dell'Italia Contemporanea - venne definita da 'Union jack', il giornale delle forze armate anglo-americane, "Uno dei maggiori disastri della guerra nel teatro del Mediterraneo". Una vicenda che conserva ancora oggi i suoi lati oscuri, come la possibile presenza, nel carico, di bombe al napalm e aggressivi chimici.

Questa mattina, nel 74esimo anniversario della tragedia, una cerimonia di commemorazione, organizzata dall’Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico Meridionale, dalla Capitaneria di Porto di Bari e dall’Associazione Nazionale Marinai d’Italia di Bari, si è tenuta presso il Terminal Crociere del porto di Bari.