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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Apulia Film Commission, consiglieri si dimettono dopo lo scontro direttore-presidente. Dello Monaco: "Io aggredita", le associazioni: "Intervenga Emiliano"

Bufera nella Fondazione. Le dimissioni di tre consiglieri e la pesante denuncia della presidente. La lettera di solidarietà sottoscritta da decine di associazioni di donne e di impegno politico per chiedere l'intervento del presidente della Regione

E' bufera nell'Apulia Film Commission. Le dimissioni presentate nella serata di venerdì da tre componenti del Cda hanno portato alla luce tensioni e scontri che già da alcune settimane attraversano la Fondazione.

Sullo sfondo i contrasti ai vertici dell'Afc, che sarebbero sfociati in un grave episodio denunciato dalla presidente, Simonetta Dellomonaco, che accusa il direttore generale, Antonio Parente, di averla aggredita all'interno del suo ufficio. Una denuncia messa nero su bianco: la Dellomonaco, infatti, all'indomani della presunta aggressione avvenuta a fine novembre, aveva presentato un esposto, allegando un referto medico del Policlinico di Bari che, stando alla sua versione, confermerebbe l'aggressione. L'Afc ha quindi aperto un procedimento disciplinare nei confronti di Parente, che però ha sempre respinto le accuse e la ricostruzione dei fatti fatta dalla presidente, all'epoca annunciando a sua volta querela.

La denuncia di Dellomonaco: la lettera della presidente

Le dimissioni dei tre consiglieri sono arrivate proprio alla vigilia del Consiglio di amministrazione dell'Apulia Film Commission (previsto per oggi) che avrebbe dovuto decidere sulla proposta di licenziamento nei confronti dello stesso Parente. La stessa presidente, quindi, in una dura lettera ha raccontato la presunta aggressione subita, mettendo le dimissioni in correlazione con la decisione che il Cda avrebbe dovuto assumere: "Sono stata finora in silenzio - scrive Dellomonaco - poiché c’era un procedimento disciplinare in corso. Dico bene c’era, perché le dimissioni simultanee di tre consiglieri di amministrazione hanno di fatto invalidato il procedimento stesso. I termini indicati dall’art. 58 del CCNL contratto Federculture parlano chiaro: le sanzioni vanno erogate entro 30 giorni dalla deposizione del dipendente. I 30 gg scadono mercoledì 26 gennaio, per questo il CdA era stato da loro stessi fissato per lunedì 24 gennaio dopo essere stato rimandato, sempre da loro, per ben due volte. I consiglieri si dimettono contemporaneamente in 3 alle 20:00 del venerdì 21 gennaio per motivazioni personali. E’ evidente che le dimissioni sono finalizzate ad impedire che vengano assunte decisioni definitive entro i termini procedurali previsti dalle norme", accusa la presidente. Dellomonaco torna quindi sulla presunta aggressione subita, avvenuta nel suo ufficio, in cui - racconta - aveva "convocato il direttore dopo avergli contestato una procedura illegittima per iscritto". Ma il direttore - racconta - si sarebbe presentato nella sua stanza minacciandola, e le avrebbe successivamente tentato di impedirle di uscire dalla stanza bloccandola fisicamente e poi spingendola. Dellomonaco riferisce ancora di aver subito sporto denuncia, allegando il referto con dieci giorni di prognosi, sottolineando come il Cda fosse a conoscenza della situazione. "L’accaduto è così grave - riferisce - da aver poi determinato l’obbligo di avviare il procedimento disciplinare contro il responsabile della violenza". "Per questo motivo - conclude Dellomonaco - duole constatare le dimissioni dei consiglieri, che ne hanno certamente tutto il diritto, ma risultano ora quanto mai sconcertanti. Tali dimissioni, infatti potevano arrivare un mese fa, dando ai soci della Fondazione il tempo per rieleggere i loro sostituti. Oggi, alla viglia della scadenza dei termini, appaiono quanto meno sospette, dato che sono provvidenziali per evitare il giudizio verso un dipendente, uomo, che ha usato violenza contro il suo datore di lavoro, donna, Presidente di una Fondazione".

La mobilitazione a sostegno di Dellomonaco

Nelle scorse ore, una lettera decine di associazioni di donne e di impegno politico e culturale hanno sottoscritto una lettera di sostegno e solidarietà a Simonetta Dellomonaco, chiedendo l'intervento del presidente della Regione, Michele Emiliano. "Detta situazione non può passare inosservata e relegata a un litigio sul luogo di lavoro come correttamente ha fatto la Consigliera regionale di parità - si legge nella lettera - Ci sono parti contrapposte di cui una (il direttore) vuole esercitare il proprio potere decisione prevaricando sulla presidente con la violenza. Si tratta dunque, di discriminazione e violenza sui luoghi di lavoro", è il duro attacco delle associazioni. "Per questa ragione, tutte le associazioni di donne e di impegno politico e culturale, sottoscrittrici di questa nota, chiedono che il presidente della Regione intervenga anche non accettando le dimissioni fino a conclusione del procedimento disciplinare, affinché questo venga portato a termine".

L'opposizione: "Emiliano spieghi in Consiglio"

A intervenire chiedendo chiarezza sulla vicenda è anche Fratelli d'Italia. "Non pensi il presidente Emiliano di ‘archiviare’ tutto con la nomina di un commissario per la Fondazione Apulia Film Commission", attacca il consigliere regionale Francesco Ventola. "Quello che è avvenuto negli ultimi due mesi all’interno del CdA", prosegue", "non sono fatti ascrivibili a vicende o problemi ‘personali’, è fin troppo evidente che il tutto attiene alla gestione della Fondazione. Oggi il CdA su richiesta della presidente Dello Monaco avrebbe dovuto discutere del licenziamento del direttore Parente, ma le dimissioni dei consiglieri più ‘emiliani’ hanno bloccato tutto". "Il Consiglio regionale - prosegue Ventola - non può rimanere all’oscuro di tutto questo, per questo stamattina ho depositato al presidente della sesta Commissione, Metallo, la richiesta urgente di audizione di tutti i protagonisti di questa vicenda – il CdA e il direttore – che è bene ricordare è avvenuta in concomitanza delle dimissioni dell’assessore alla Cultura, Bray. Quindi, appena tornato da Roma, sarà indispensabile ascoltare anche Emiliano che a novembre scorso partecip? a un CdA chiedendo alla presidente di ritirare la denuncia penale. Il fatto che non solo non l’abbia fatto ma che la stessa sia l’autrice di una pesantissima lettera di accuse svela che la situazione è molto più grave di quello che si possa immaginare".
 

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