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Martedì, 16 Aprile 2024
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Screening per la prevenzione dei tumori, il piano dell'Asl Bari e l'invito ad aderire: "Tecnologie e assistenza di alto livello"

Il direttore generale, Antonio Sanguedolce, spiega l'impegno messo in campo per la riorganizzazione e il potenziamento dei controlli offerti alla popolazione. Nodo liste d'attesa: ipotesi prestazioni anche in orari serali per smaltire le richieste

"Sono l'arma più potente in termini di prevenzione, e per noi rappresentano una priorità, una vera e propria filosofia in cui crediamo molto". Antonio Sanguedolce, direttore generale della Asl di Bari, sintetizza così il lavoro messo in campo dall'azienda sanitaria barese per riorganizzare e rafforzare le attività di screening rivolte alla popolazione. Un piano, avviato a settembre scorso, che prevede "tempi ristrettissimi", e un'organizzazione capillare, per riuscire a raggiungere nel più breve tempo possibile, con gli inviti a effettuare i controlli gratuiti, il 100% dei cittadini che rientrano nelle fasce d'età interessate dai programmi.  Un impegno - evidenzia Sanguedolce - frutto "di una pianificazione che non si è fermata neppure durante il Covid", e che ora, chiusa la lunga parentesi dell'emergenza sanitaria, può dispiegarsi "al 100%". Anche per recuperare quanto inevitabilmente, in termini di prevenzione, è andato perso durante il periodo della pandemia, con risorse e operatori convogliati sul fronte Covid da una parte, e dall'altra la stessa tendenza da parte degli utenti a rinviare gli accessi non strettamente necessari alle strutture sanitarie.

Gli screening, la chiamata attiva e la prevenzione volontaria

La campagne di screening su cui si concentrano in questo momento le attività della Asl Bari, in linea con le disposizioni regionali, sono tre: cervice uterina (per il tumore del collo dell'utero), screening mammografico, e colon retto. Per la prima tipologia, il target è rappresentato dalle donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni; nel secondo caso, l'azione è rivolta alle donne tra i 50 e i 69 anni (per un totale di 92527 donne coinvolte), mentre per il colon retto gli screening sono indirizzati alla popolazione sia maschile che femminile, tra i 50 e i 69 anni. "Sia per gli screening della cervice uterina che per quelli mammografici - spiega Sanguedolce - contiamo di raggiungere il 100% della popolazione target entro la fine dell'anno, mentre per la terza tipologia, in Puglia partita più tardi, l'obiettivo è completare gli inviti entro il 2023". In tutti e tre i casi, comunque, il principio è quello della chiamata attiva: chi rientra nel target riceve a casa una lettera, con l'invito ad aderire allo screening e un appuntamento (in media a un mese di distanza) per effettuare il controllo in uno dei centri attivi sul territorio (ospedale, ambulatorio o consultorio per le prime due tipologie, mentre per lo screening del colon retto si ritira un test in farmacia). Per rendere l'adesione ai controlli sempre più 'a portata di smartphone' è stato attivato anche il nuovo servizio 'Smart Screening': una chiamata automatica o un sms, qualche giorno prima della data assegnata per l'esame, consentono al paziente di confermare la propria presenza. Se invece per qualche ragione non si è ricevuto l'invito pur rientrando in uno dei target stabiliti, si può recuperare il proprio appuntamento chiamando il numero verde 800 055 955. "Se si appartiene a uno dei target previsti - chiarisce ancora Sanguedolce - non serve rivolgersi al Cup, perché è stata già predisposta la chiamata attiva. In questo modo intendiamo evitare che si creino sovraccarichi sul Cup e lunghe liste d'attesa, liberando disponibilità per chi voglia fare prevenzione pur non rientrando nelle fasce d'età ritenute a rischio. Penso, ad esempio, alle donne tra i 40 e i 49 anni che desiderano comunque sottoporsi a uno screening mammografico: rivolgendosi al Cup possono ottenere il loro appuntamento per il controllo annuale entro pochi mesi". Un percorso ancora diverso, invece, va seguito in presenza di sintomi, come nel caso di una donna che scopra di avere un nodulo al seno: in una situazione simile, il primo passo da fare è rivolgersi al proprio medico di famiglia per una prescrizione con priorità breve, quindi contattare uno di tre centri di riferimento per le urgenze (ospedale San Paolo, Di Venere e Perinei) che provvederà a fissare un esame entro dieci giorni.

"Tecnologie ad alta precisione e  percorso di assistenza: perché aderire agli screening"

Avviata la macchina organizzativa - al momento sono aperte le agende per gli esami in programma a dicembre - l'auspicio della Asl Bari è quello di ottenere la più alta adesione possibile agli screening offerti. Da qui l'invito indirizzato in particolare alle donne, cui si rivolgono le due campagne di prevenzione in fase più avanzata. "Aderire agli screening è importante - evidenzia Sanguedolce - e per più ragioni. Innanzitutto, perché disponiamo di procedure diagnostiche molto avanzate. La Asl Bari in questi mesi ha molto investito in tecnologie che assicurano la migliore qualità possibile sul mercato. Ad esempio abbiamo acquisito 14 mammografi digitali 3d, di ultimissima generazione. E' un dettaglio di grande rilevanza, perché in fase di screening anche le lesioni più piccole devono essere intercettate e queste apparecchiature consentono di fare esami estremamente accurati. E poi c'è l'aspetto della continuità dell'assistenza: la donna che aderisce allo screening viene presa per mano, entra in un percorso, in un canale protetto in cui sarà guidata e indirizzata, nel caso emergano problemi o si rendano necessari ulteriori esami, ma anche semplicemente per il fatto di sapere che sarà periodicamente richiamata per il controllo". "La forza dello screening è proprio questa - ribadisce Sanguedolce - Possiamo definirla un'arma di prevenzione di massa, perché va su tutta la popolazione bersaglio, intercetta in maniera quanto più precoce possibile il problema e accompagna il cittadino nel percorso". 

Liste d'attesa: l'ipotesi prestazioni serali per smaltire le richieste

Parallelamente al piano predisposto per centrare gli obiettivi regionali sugli screening, la Asl Bari è al lavoro anche sul fronte dello smaltimento delle liste d'attesa. In Puglia, secondo gli ultimi dati, sarebbero circa 200mila le prestazioni da recuperare dopo lo stop legato all'emergenza Covid. Una delle ipotesi al vaglio dell'azienda sanitaria barese riguarda la possibilità di effettuare esami - in particolare, si ragiona al momento sulle risonanze - anche in orari serali, dopo le 20. Una sperimentazione che potrebbe essere attivata in prima battuta nel presidio territoriale assistenziale di Conversano, per poi essere eventualmente estesa. "Bisogna certo aumentare il numero di prestazioni, potenziare la capacità di fare esami diagnostici  - spiega Sanguedolce - ma allo stesso tempo è necessario lavorare sul fronte delle prescrizioni". Le ultime stime della direzione sanitaria della Asl Bari parlano di una proiezione, su base annua, di circa 500mila richieste di prestazioni radiologiche (tra ecografie, tac e risonanze): un numero elevatissimo, su cui però inciderebbe, probabilmente in maniera anche rilevante, la quota di richieste "non appropriate", non strettamente necessarie o sostituibili con accertamenti di diversa tipologia. Di qui la necessità di avviare anche un percorso che coinvolga specialisti e medici di medicina generale per un lavoro di "condivisione dei criteri di appropriatezza prescrittiva".

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