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Venerdì, 19 Aprile 2024
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La favola di Afana dal Camerun a Bari, seconda laurea con lode e un sogno: "Apriamo un bar etnico in centro"

Arrivato in Italia nel 2014 dopo un difficile viaggio attraverso il Mediterraneo se è dedicato agli studi di diritto internazionale e ha fondato l'Associazione studenti stranieri dell'Università Aldo Moro

Lui la presenta con un tono polemico e una foto stupenda, che ritrae il suo piccolo re leone, King Simba, si chiama proprio così il figlioletto di un anno, con in testa la corona d’alloro e in mano la tesi rilegata: “Unione europea e diritti umani per richiedenti asilo e rifugiati durante la pandemia Covid-19”.  “Laureato con 110 e Lode e tre volte dottore in Italia ma di questo non parleranno i media. Se invece un immigrato sbaglia…”. E invece, ecco qui la storia di Afana Bella Dieudonne, 27enne del Camerun, che all’Università di Bari dopo la laurea triennale in Comunicazione linguistica e interculturale ha conseguito a pieni voti la laurea magistrale in Relazioni internazionali e studi europei. Titolo ottenuto dopo aver anche conseguito in master in Risorse umane e organizzazione all'Università Cattolica sacro cuore di Milano. Capitan Dido, questo è il nome con cui lo conoscono in tanti, è un personaggio popolare nei palazzi dell’Ateneo e non solo. Lo è per la sua esuberanza, per l’intelligenza e la capacità non solo di portare avanti con successo gli studi dopo il suo difficile sbarco in Italia nel 2014, ma anche per il suo impegno civile e politico in favore dei diritti della comunità migrante in Puglia.

“Io sono rifugiato – è scritto nella premessa del suo lavoro, che è tutt’uno col suo impegno -. Sono venuto dal deserto e dal mare. E ora presento uno studio di tesi di laurea specialistica su un argomento che mi sta a cuore e non solo per interesse accademico”. Un impegno che lo ha portato a fondare l‘associazione Studenti stranieri Università di Bari e a svolgere attività in favore dei migranti del centro richiedenti asilo del capoluogo. O come Radio Libertà, la web radio fondata due anni fa in via Manzoni, nel quartiere Libertà, coni quattro soci-redattori, tutti giovani studenti dell’Università di Bari provenienti da paesi differenti di Africa e Europa.

“Sono felicissimo e orgoglioso di questo risultato– racconta Afana, che ricorda il suo sbarco in Sicilia, in trasferimento a Pistoia e poi a Cerignola, prima dell’iscrizione all’Università e alla sua nuova vita – perché spiega come con volontà e pari possibilità  chiunque possa arrivare a questi livelli. Ora il mio obiettivo è ottenere un dottorato, perché il sogno rimane quello di insegnare all’Università un domani, divenirne un docente”. E la strada tracciata sembra proprio quella giusta per Capitan Dido che, dopo la formazione in Italia e in Europa, ha comunque l’idea di tornare in Camerun “per dare il mio contributo alla causa”, specifica. Ma intanto c’è un altro progetto del cuore, più vicino nello spazio  e nel tempo. È quello del bar che entro fine maggio inaugurerà in via Zuppetta, nella zona della stazione centrale, assieme a un altro amico soio, Modeste Jean Kouman della Costa d'Avorio, specialistica in relazione internazionale. Ci sarà anche il sostegno di altre persone, come Luisa Ngondo, ragazza angolana specialistica in scienze dei servizi sociali, e Joachim Agnakan, studente di lingue proveniente dal Togo. Un bar-ristorante dove sarà possibile trovare specialità e bevande diverse rispetto al resto della città.

“Con la nostra cooperativa – spiega Afana – punteremo a una clientela internazionale. Ci saranno birre africane, ad esempio, o il pili-pili, il tipico panzerotto camerunense: dentro si trovano  tonno, carote o legumi. È buonissimo, non vediamo l’ora di poterlo fare assaggiare ai baresi, ai turisti e ai clienti che ci sceglieranno”.

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