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Chiusura Del Prete, i genitori non si arrendono: "Il 20 settembre saremo qui davanti a fare lezione"

Il comitato per salvare la storica scuola primaria di Carrassi pronto a manifestare il giorno dell'inizio delle lezioni, contrario al trasferimento degli alunni alla De Amicis appartenente al medesimo circolo

“Il 20 settembre, giorno di inizio dell’anno scolastico, alle 8 del mattino saremo qui con i nostri bambini, se non ci faranno entrare faremo laboratori e lezione con loro sul marciapiede”. Stefania è una giovane mamma che si batte contro a chiusura della scuola Carlo Del Prete. È pronta a presentarsi davanti al portone dell’edificio di via Benedetto Croce per larga parte in disuso assieme a Giulia, la sua bimba iscritta al secondo anno della primaria, assieme a tutti i genitori e dei piccoli delle tre classi (seconda, quarta e quinta) che fino allo scorso giugno hanno seguito le loro lezioni tra le aule della storica scuola di Carrassi, a Bari. Col comitato Salviamo la Carlo Del Prete hanno da subito manifestato la contrarietà allo svuotamento del plesso appartenente al medesimo circolo della Edmondo De Amicis e all’ipotesi di trasferimento di uffici dei servizi sociali del Municipio II al posto delle classi.

“Abbiamo saputo che da quest’anno i nostri figli sarebbero andati alla De Amicis– racconta la mamma durante la conferenza stampa organizzata sul marciapiede della scuola, desolata, chiusa e adornata con i cartelli disegnati dai bambini che la vorrebbero ancora funzionante – a giugno, l’ultimo giorno di scuola. In questi anni hanno tolto tutto, qui, segreteria, personale non docente, persino il custode, incentivando le iscrizioni delle altre scuole”. Scelte che partono da lontano nel tempo, come denuncia Tonia Guerra, ex insegnante ora in pensione della Del Prete, che assieme agli altri componenti del comitato, di cui fanno parte anche alcune maestre, ha ricostruito tutte le vicende e le scelte fatte dalla dirigenza dell’istituto e dalle amministrazioni per giungere a questo risultato. Un dossier corposo  e documentato nell’esposto presentato all’Ufficio  scolastico regionale, al provveditorato e anche al ministero dell’Istruzione.

“Attendiamo i risultati dell’azione di indagine –spiega Guerra -che l’Usr metterà in azione. Il sindaco Antonio Decaro e l’assessora all’Istruzione Paola Romano ci hanno rassicurato che la scuola non chiuderà ma intanto confermano la volontà di trasferirci gli uffici del Municipio, mentre non c’è alcun dietrofront sul trasferimento delle classi alla De Amicis”. Alla Del Prete rimarrebbero solo due classi della scuola dell’infanzia. Terry Marinuzzi de La scuola che vogliamo aggiunge: “La Del Prete e ogni scuola della città, della Regione, del Paese, deve vivere, essere valorizzata, radicarsi sul territorio. Le bambine ed i bambini, i ragazzi e le ragazze devono essere al centro delle scelte politiche sempre e non solo in occasione di festival, eventi, progetti a loro ‘intitolati’. La città si disegna insieme: in questo progetto abbiamo creduto e questo metodo difenderemo sempre. Ai nostri figli gli si dice solo oramai vaccinatevi e si parla solo di sicurezza, argomenti giusti ma non gli unici. Non si parla di futuro, di immaginazione, di progetti per le loro vite. Nel frattempo ci sono licei e istituti che scoppiano con 1.700 iscritti, contro i 1.200 prefissati dalla legge, e con la pandemia si cerca di finanziare il noleggio di strutture mobili alle scuole che hanno carenze di spazi. Qui- conclude- invece si lascia un edificio bellissimo vuoto, è paradossale”.

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