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Ginecologo e rapporti sessuali "per guarire da papilloma virus": sit-in di protesta e azione legale collettiva di Cobas e movimenti

Dopo l’apertura dell'indagine della procura e dell’Ordine dei medici, i movimenti ne chiedono la radiazione e organizzano un sit-in il 25 novembre: "Chi ha subito le sue azioni denunci"

“Non vogliamo dover gridare allo scandalo, dover ricorrere a Le Iene, denunciare inutilmente alle istituzioni per restare inascoltate. Per questo, siamo qui per organizzare la nostra rabbia: vogliamo portare avanti anche sul piano legale un'azione collettiva, per supportare e sostenere tutte quelle donne che ce lo chiederanno”. Il Club, Camera del lavoro autorganizzata di Bari dei Cobas, il collettivo dell’ex caserma Rossani “liberata” e singole persone sono pronte a far emergere e a raccogliere altri racconti e denunce sul caso del medico ginecologo di Bari, filmato dal programma Mediaset Le Iene, dopo aver diagnosticato la presenza di cellule del Papilloma virus in una donna e propostole rapporti sessuali per farla guarire.

Dopo l’apertura di un fascicolo di indagine della procura e dell’Ordine dei medici, i movimenti ne chiedono la radiazione e provano a organizzare un’azione legale collettiva in contatto con uno studio di avvocati. Lo faranno anche attraverso un sit-in in via Sparano giovedì 25 novembre, giornata del ricordo della violenza di genere contro le donne.

“Sappiamo che c’è stata una prima donna che ha denunciato – spiega Enrica Mongelli, tra le promotrici dell’iniziativa del collettivo Cobas – e sappiamo che lei non sarà l’unica. Ci ha colpite l’omertà e il corporativismo della categoria dei medici, che ha fatto sì che la vicenda fosse denunciata solo dopo un servizio de Le Iene. Mentre alcuni suoi colleghi sapevano cosa accadeva lui sarebbe andato avanti indisturbato. Per noi si configurerebbe, da ciò che si comprende dalle immagini, un reato di violenza sessuale. Quelle donne - sosiene Mongelli - sarebbero state manipolate e ingannate, il medico avrebbe abusato della loro posizione”.

Mongelli invita a partecipare al presidio e segnalare, e aggiunge: “Da donna mi sarei sentita malissimo al loro posto e non accetto che si parli di consenso, quando quel medico" avrebbe "approfittato di una posizione di potere”.

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