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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Inaugurazione anno giudiziario a Bari, il presidente della Corte d'Appello Cassano: "Intercettazioni indispensabili, argomenti contrari sconcertanti"

Il tema affrontato in uno dei passaggi del suo intervento. Alla cerimonia presente anche il viceministro Sisto: "La giustizia non può diventare problema per il Paese, è il momento del dialogo"

"Gli argomenti utilizzati, persino in Parlamento, contro le intercettazioni in sé, e contro l’uso che se ne fa, sono francamente sconcertanti, e disegnano le Procure della Repubblica, e le forze di polizia giudiziaria, come poteri che procedono per scopi impropri. Va allora rimarcato che le intercettazioni sono strumenti indispensabili alle indagini, cui non è possibile rinunziare". Così il presidente della Corte di Appello di Bari, Francesco Cassano - le cui dichiarazioni sono riportate dall'AdnKronos - questa mattina nel corso del suo intervento 
all'inaugurazione dell'anno giudiziario ha affrontato una delle questioni al momento più dibattute in tema di giustizia.

"Questione diversa è quella che attiene all’utilizzo del trojan - ha precisato - per la peculiarità dello strumento tecnico, che consente la captazione itinerante e continua di dati audiovisivi in tutti gli ambienti frequentati dall’indagato, anche quando indifferenti rispetto alle indagini, e quindi in un modo invasivo per la vastità dei terzi estranei alle indagini con cui l’indagato può venire in contatto".

Alla cerimonia ha partecipato anche il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto. "Non è più il momento dei percorsi separati e distinti ma è il momento della sinergia, del confronto, del dialogo, della necessità di stare insieme e di provare a scrivere insieme delle pagine condivise, magari con qualche dinamismo interno e con qualche conflittualità che necessariamente va appianata - ha detto, come riporta sempre l'AdnKronos, Sisto - Il Paese non può consentire alla giustizia di diventare un problema, non è possibile, il Pnrr si muove su questa logica". Il rappresentante di governo ha detto di condividere la preoccupazione del presidente della corte di Appello sulla mentalità dell'ossessione efficientista del settore. "L'efficienza non è l'unico target della giustizia - ha spiegato - ma è un percorso che il Paese deve necessariamente e dolorosamente avere nel suo Dna perché i fondi che l'Europa offre all'Italia ci consentono la sopravvivenza. La giustizia con maturità deve mettere insieme la necessità di accelerare i processi penali e civili, di mediare su qualche posizione iper qualitativa e provare a dare una risposta che ci metta nella condizione di essere meritevoli di quegli aiuti dei quali il Paese ha disperatamente bisogno".

La presidente dell'Ordine degli Avvocati di Bari, Serena Triggiani, ha posto l'attenzione sui temi dell'edilizia giudiziaria, e delle difficoltà attraversate dalla professione con "risorse insufficienti e compensi umilianti che acuiscono la crisi vocazionale". "Per un nuovo risorgimento dell’avvocatura barese" la presidente Triggiani ha espresso alcuni auspici: "in primis occorre che si remi tutti nella stessa direzione affinché il primo lotto del Parco della Giustizia sia realizzato nei tempi previsti, entro metà 2025, e i successivi lotti nel più breve tempo possibile. La costruzione di spazi adeguati per l’efficiente e sicura gestione della Giurisdizione nel foro barese dovrà andare, sperabilmente, di pari passo con il rafforzamento degli organici di Magistratura e cancelleria. La comunità forense barese è certa che il Ministero prenderà in carico con grande responsabilità queste istanze". "Poi – ha aggiunto Triggiani - occorre che cambi l’andazzo sui compensi riconosciuti agli avvocati del foro barese. Parliamo sia delle liquidazioni del patrocinio a spese dello Stato, laddove emerge la funzione sociale che il difensore svolge, che degli onorari accordati da grandi committenti in forza di convenzioni, spesso molto al di sotto dei parametri fissati dalla normativa vigente e in spregio all’equo compenso. Quest’ultimo non significa solo il diritto al giusto riconoscimento economico per l'attività prestata, ma costituisce un baluardo a salvaguardia della dignità dell'intera categoria e un principio di civiltà a tutela della professione forense". Infine, il pensiero di Triggiani è rivolto ai giovani avvocati "per i quali, a causa delle difficoltà economiche di molti studi legali, si allunga il periodo di incertezza, anche retributiva: dunque, oltre all’università, anche l’Ordine deve aiutarli a specializzarsi attraverso una formazione gratuita e sempre più professionalizzante, aperta alle recenti esigenze del mercato e alle nuove frontiere del diritto; l’obiettivo deve essere quello di renderli, agli occhi dei loro dominus, professionisti indispensabili su cui investire".

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