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Giovedì, 28 Marzo 2024
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"Sì al Green pass ma non siamo poliziotti": i titolari di pub e ristoranti baresi si preparano alle nuove regole per gli ingressi

Venerdì 6 agosto scattano le norme del decreto governativo che fissa l’obbligatorietà del Green pass per l’accesso nei locali, pub, pizzerie e ristoranti al chiuso. I gestori dovranno richiederlo e controllarlo con Qr code e app del telefono

“È paradossale imporre altre restrizioni a una categoria già penalizzata come la nostra, chi ha pochi posti all’esterno subisce una discriminazione”. Da venerdì 6 agosto scattano le norme del decreto governativo che fissa l’obbligatorietà del Green pass per l’accesso nei locali, pub, pizzerie e ristoranti al chiuso. I gestori dovranno richiederlo e controllarlo con un Qr code attraverso un'applicazione del telefonino all’ingresso e incrociare il nominativo con quello della carta d’identità del cliente. In più, dovranno registrare i nomi di ognuno. Gianni Del Mastro, decano degli esercenti baresi, titolare dell’Osteria del Borgo Antico nella città vecchia, critica il provvedimento.

“Dal punto di vista logistico è ingestibile – spiega - il mio locale è per lo più all’aperto e questo vuol dire procurarmi un danno contenuto ma per tanti la mazzata è seria. Oltre a disincentivare gli avventori, immaginiamo le file che si potranno creare a causa di ogni controllo, le risorse per la predisposizione di personale apposito. Tutto ciò arriva perché il governo non fa i controlli, non può obbligare al vaccino e dopo gli assembramenti che abbiamo visto in tutta Italia per festeggiare la Nazionale agli Europei. Noi ne paghiamo le conseguenze”.

La posizione è comune a tanti altri esercenti. Antonio Lorusso, titolare del Dexter Art Bistrot di via Giulio Petroni e presidente dell’associazione di categoria Passione Horeca, ribadisce: “Non sono certo contrario ai vaccini e ben venga il green pass se serve garantire il fatto che non torneremo a chiudere. Ma discuto le modalità con le quali lo stato ci costringe a fare i poliziotti. Il sabato sera il mio locale accoglie oltre 270 persone, come si può conciliare l’ingresso e l’attesa di ognuno. Ci vorranno dai due ai tre minuti per persona. Come si può pretendere da noi il controllo dei documenti di tutti. Doveva essere sufficiente un’autocertificazione e invece se arriva un controllo della polizia a pagare la multa maggiore saremo noi. Per non parlare dei soldi che saremo costretti a impiegare per assegnare il compito di controllare al personale, che dovrà intervenire in nostra assenza e va formato sulle leggi sulla privacy. I controlli non possono essere una nostra responsabilità. Piuttosto lo Stato imponesse il vaccino obbligatorio”.

Le contraddizioni del provvedimento sono sottolineate anche da Angelo Schirone. Gestisce ben cinque locali pubblici noti in città e in provincia, tra cui le due sedi del Timeout e l’Oktoberfest. E in linea generale è favorevole al provvedimento. “Noi non avremo grandi problemi perché tutti i nostri locali sono dotati di ampi spazi all’aperto – spiega Schirone – ma è chiaro che il problema si presenta per altri gestori. In linea di massima però sono d’accordo con l’utilizzo del Green pass, purché sia il cliente a mostrarci i documenti, ma non possiamo essere noi a imporre di farlo. La speranza è che davvero serva a farci lavorare e non farci chiudere più”.

(Foto Ansa da EuropaToday.it)

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