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Venerdì, 19 Aprile 2024
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"Il parco di Fuksas al posto della ferrovia è solo sui rendering: ma il progetto?": le domande del laboratorio Dac

Il gruppo di ingegneri, architetti, urbanisti, avvocati, attivisti e anche giornalisti prova ad aprire un dibattito sull'urbanistica a Bari: "Le opere realizzate come la nuova stazione sono compatibili?"

“I recenti costosissimi lavori di riduzione del fascio di binari e della loro riorganizzazione non sono serviti a nulla?  Gli edifici ad uso di gestione e manutenzione del traffico ferroviario realizzati o ristrutturati recentemente all’interno dell’area ferroviaria verranno demoliti? Il viadotto della Fal sul corso Italia, vincolato dalla Soprintendenza, è anch’esso compatibile?”. Sono alcune delle sette domande, non le uniche, rivolte a chi amministra la città e all’intera comunità. Un punto di osservazione “critico e costruttivo, non dei no”, ci tengono a dire, per capire cosa accade attorno al progetto dell’architetto Massimiliano Fuksas per il parco al posto dei binari della ferrovia lungo l’extramurale Capruzzi. Ingegneri, architetti, urbanisti, avvocati, attivisti e anche giornalisti hanno costituito da due mesi Dac, Diritto alla città, non ancora un’associazione che vuole rappresentare un laboratorio di politiche urbanistiche a Bari e un pungolo per l’amministrazione, con la quale si dice pronta a collaborare. Tra le prime questioni poste c’è proprio quello sulla cosiddetta collina verde che dovrà ricucire la città, per la quale sono stati già stanziati 100 milioni di euro col Piano di ripresa e resilienza.

“Si scrive Nodo verde –scrivono - e si legge ricucire la città. Ci aveva ragionato su anche Ludovico Quaroni, allorché aveva immaginato di trasferire la stazione centrale all’altezza di via Quintino Sella per poi portare i binari diretti verso est in pendenza fino al loro completo interramento. Quello di Fuksas, invece, è un progetto diverso, almeno per quanto i tanti rendering pubblicati ce lo fanno intendere: i binari restano dove sono riducendosi a sole due coppie e vengono coperti da un tunnel su cui verrà realizzato un parco urbano, per un’altezza tra i 7 e i 9 metri”. Di qui le sette domande, tra le quali: “La nuova ala della stazione appena inaugurata sulla via Capruzzi è compatibile con il progetto?  La stazione per autobus extraurbani pronta per essere realizzata sempre sul lato di via Capruzzi all’interno dell’area ferroviaria trova ancora spazio nel progetto e come sarà realmente, visto che sono stati pubblicati disegni che la mostrano a cielo aperto? Quali saranno e come saranno coperti i costi annui di manutenzione del tunnel/parco?”. E ancora: “Per ottenere ben 100 milioni deve essere stato presentato un progetto, che noi conosciamo solo attraverso rendering molto contraddittori fra loro e che ci mostrano prospettive dilatate e irreali o, visto dall’alto, un parco orizzontale e non collinare che non ha affrontato i vincoli e le problematiche qui esposte. Questo progetto resta segreto o può finalmente essere reso pubblico?”.

“Di quel progetto – spiega Francesco Sciacovelli, ingegnere e tra i referenti del laboratorio – per ora si sono visti solo grafici e rendering. Ci domandiamo è possibile prendere visione di questo progetto, visto che si parla di partecipazione saremmo pronti a mettere a disposizione le nostre competenze in maniera volontaria, siamo qui a discuterne per il bene delle generazioni  future, non siamo legati ad alcuna forza politica e quindi liberi”.

Molti hanno contribuito alla vittoria al Consiglio di Stato del progetto per il Parco al Castello nel comitato di cui faceva parte l’architetto Arturo Cucciolla. “Si sono avvicinati a noi in tanti, anche la professoressa, nonché ex assessora regionale all’Urbanistica Angela Barbanente, associazioni e comitati di quartiere. L’obiettivo è coordinarsi perché solo assieme si possono ottenere risultati. Bisogna tornare ad aprire un dibattito sul Piano urbanistico generale, tornare a parlare di pianificazione urbanistica, in una città in calo demografico, per recuperare spazi vitali. E noi siamo qui per farlo, con tutta la città”.

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