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Venerdì, 29 Marzo 2024
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A Bari le attività del Polo socio-sanitario di prossimità: "Così sosteniamo i più fragili nei loro bisogni di salute"

La struttura in via Re David, nata da un avviso pubblico dell'assessorato al Welfare, offre assistenza e orientamento ai servizi sanitari per le persone in condizioni di fragilità. L'impegno degli operatori, dagli screening sanitari al supporto psicologico

Donne e uomini, quasi sempre soli, talvolta stranieri, in condizioni di grave marginalità economica e sociale. Persone senza dimora, o senza più un'occupazione, comunque in situazioni di estrema fragilità. Tratti comuni, ricorrenti, dietro i quali si celano le tante storie di vita raccolte dagli operatori del Polo socio-sanitario di prossimità, a Bari. In sei mesi di attività il centro, che ha sede in via Re David 76 a Bari, ha accolto circa 220 persone, erogando oltre 300 prestazioni, di natura medica, psicologica e sociale.

Il presidio, attivato a giugno scorso nell’ambito dell’avviso pubblico 'Azioni di contrasto alla grave marginalità adulta' dell’assessorato al Welfare del Comune di Bari, è nato per offrire gratuitamente un servizio di orientamento e consulenza socio-sanitaria a singoli cittadini e famiglie in condizioni di difficoltà. Un supporto che in tanti casi si è rivelato determinante, come raccontano Alessandra Pepe, psicologa, e Rosa Cortese, assistente sociale, operatrici dell'organizzazione no profit Psicologi per i Popoli Bari e BAT, che gestisce le attività del centro insieme a Medici con l’Africa Cuamm Bari e alla cooperativa sociale Caps.

Le prestazioni offerte dal centro sono molteplici, grazie al lavoro di un'equipe socio-sanitaria multidisciplinare, composta da medici, psicologi, assistenti sociali, affiancata anche da mediatori culturali. Accanto alle attività diagnostiche e di screening sanitario, ci sono quelle di consulenza psicologica, e ancora la fornitura di farmaci da banco e le attività di informazione e sensibilizzazione. A queste si aggiungono due nuove prestazioni, annunciate nei giorni scorsi: uno sportello dedicato al contrasto delle dipendenze e gli screening sanitari ginecologici gratuiti.

Chi arriva nel presidio spesso è già inserito nelle rete dei servizi di assistenza del Welfare comunale, ad esempio perché ospite di un dormitorio o utente di un centro diurno, ma necessita di un supporto specifico per orientarsi nell'accesso alle prestazioni sanitarie, ma c'è anche chi, magari per difficoltà economiche o per una situazione socio-culturale più fragile, si rivolge al Polo per essere indirizzato verso il servizio più adatto alle proprie esigenze. Nel momento in cui un utente viene preso in carico dal centro, sulla base del bisogno intercettato, si attiva l'intervento più adatto. "Il Polo è un servizio che nasce con un ruolo di orientamento e raccordo, per finalizzare l'invio dell'utenza ai servizi socio-sanitari del Servizio sanitario nazionale e comunali - spiega Rosa Cortese - Ad esempio, quando c'è un quesito diagnostico che riguarda un utente, questo viene portato all'attenzione dell'equipe medica e contemporaneamente si attiva un lavoro di rete che viene fatto sia con i servizi territoriali di bassa soglia che soprattutto con i servizi sociali comunali". 

E non sono mancati, in questi mesi, i casi in cui l'intervento dell'equipe del Polo si è rivelato decisivo per permettere ad alcuni utenti di scoprire e curare adeguatamente problemi di salute anche per lungo tempo rimasti 'nascosti', talvolta perché neppure percepiti come tali dalle persone assistite. Come è accaduto per uomo di origine nordafricana, che, da tempo in Italia, si è rivolto per la prima volta alla rete dei servizi sanitari proprio attraverso il Polo. Da qualche tempo aveva iniziato ad avvertire disturbi di tipo neurologico, che lo avevano portato anche a perdere il lavoro, ritrovandosi poi a vivere per strada. Sintomi mai adeguatamente riconosciuti, e trascurati, che sono venuti alla luce solo quando, dopo un improvviso malore e un ricovero, l'uomo è stato intercettato e preso in carico dell'equipe del Polo socio-sanitario. "In quel caso - spiega Alessandra Pepe - oltre all'intervento di tipo sanitario e sociale, è stato necessario attivare anche un sostegno psicologico, mirando a rafforzare emotivamente la consapevolezza dell'uomo rispetto alla malattia e alla terapia da affrontare. E' stato uno dei casi in cui l'intervento ha coinvolto tutte le professionalità presenti nel Polo". Dopo le prime visite nel centro, l'utente è stato poi indirizzato verso la struttura sanitaria specializzata più adatta alla sua problematica. "E' stata delle situazioni in cui - raccontano le due operatrici del Polo - si è riusciti a portare alla luce un problema di salute che magari, in un'utenza in condizione di vulnerabilità e indigenza, diversamente non sarebbe emerso". Solo una delle tante storie incrociate in questi mesi dall'equipe del centro, ma che forse ne racconta al meglio la 'missione'.
 

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