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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Il Bari Pride ritrova abbracci e colori del corteo in centro: "In piazza per i diritti di tutti. Città inclusiva? Si può fare di più"

L'appuntamento del 2 luglio per le vie del centro cittadino torna in formato 'classico' dopo le ultime due edizioni ridotte a causa del Covid. Gli organizzatori: "Stop a retorica tossica che nutre le discriminazioni"

Tre anni in cui "è cambiato tutto e non è cambiato nulla". Bari si prepara a ritrovare il suo Pride dopo le versioni 'ridotte' e statiche del 2020 e del 2021 a causa delle restrizioni dovute alla pandemia Covid. Il prossimo 2 luglio, per le vie del centro cittadino e sul lungomare, è attesa la parata per i diritti lgbtqi (e non solo) che accoglierà migliaia di persone provenienti da tutta la Puglia. I termoscanner e il distanziamento lasceranno spazio ai colori, alla musica e al bisogno di stare insieme per chiedere una società più giusta e inclusiva: "Ci riprendiamo - spiega a BariToday Leoluca Armigero, portavoce del Bari Pride - la leggerezza che ci è stata tolta. E' fondamentale perchè ci consente, allo stesso tempo, di sprigionare tutta la forza nelle rivendicazioni che non possono più trovare ostacoli, per esempio, in una classe politica che esulta quando una legge contro l'omobitransfobia viene rigettata", come nel caso del ddl Zan arenatosi in Parlamento lo scorso autunno.

Il Bari Pride 2022: partenza da piazza Umberto e arrivo a largo Giannella

Un Pride come sempre a tutto tondo, che abbraccia anche i diritti delle donne e dei lavoratori, contro ogni abilismo, bullismo e razzismo. Il ricco calendario di appuntamenti comincia già in questi giorni con conferenze e dibattiti sul tema. Il raduno è previsto in piazza Umberto per il pomeriggio del 2 alle 15 (ma l'orario potrebbe slittare per il caldo). Il corteo si muoverà lungo via Nicolai e via Quintino Sella, per poi virare su piazza Garibaldi, corso Vittorio Emanuele e il lungomare, concludendo il percorso in largo Giannella: "E' in parte simile a quello della festa di San Nicola - scherza Armigero - e, a differenza degli altri anni, stiamo cercando di rendere il tutto ancor più inclusivo". Previsti anche alcuni momenti di sosta, un interprete Lis e alcuni risciò per i diversamente abili.

Le parole e i discorsi saranno alla fine, sulla Rotonda: "Il messaggio - rimarca Armigero - deve essere chiaro. Scendiamo in piazza per come siamo e diciamo no a una certa retorica tossica che nutre le discriminazioni lgbtqi sul lavoro, ma più in generale, sfrutta i giovani, i lavoratori e le donne. Se non abbiamo gli strumenti per difenderci da atti discriminatori o un impiego che rende indipendenti, come è possibile autodeterminarsi?. Il caso di Cloe Bianco è emblematico". Il portavoce di Bari Pride, infatti, cita la triste vicenda della professoressa transgender veneta che si è tolta la vita alcuni giorni fa dopo anni di emarginazione e pregiudizi: "Sono diritti umani  - sottolinea Armigero - che dovrebbero interessare a tutti ma invece si cerca il consenso di chi teme e di chi nella propria ignoranza discrimina perchè non conosce".

Gli organizzatori: "Ddl Zan punto di partenza, troppi episodi restano sommersi"

A Bari la situazione, in tal senso, è sostanzialmente simile a quella di altre realtà italiane: "Riceviamo - dice Armigero - spesso richieste e segnalazioni di episodi discriminatori, da contesti più difficili ma anche dalla Bari bene. Recentemente, proprio nel capoluogo pugliese, abbiamo aiutato una ragazza trans messa alla porta e cacciata di casa. La discriminazione purtroppo acquisisce le forme più disparate. Per questo riteniamo il ddl Zan un semplice punto di partenza anche perché tantissimi episodi restano sommersi per paura di denunciare o di non essere ascoltati".

In città la situazione "migliora passo dopo passo. Ad esempio - dice Armigero - abbiamo ricevuto richieste di informazioni per il Pride anche da diversi turisti provenienti dall'estero. Come Bari Pride abbiamo anche voluto creare una rete di 'luoghi sicuri' tra i negozi e le attività commerciali". Al momento sono una dozzina ma l'obiettivo è arrivare ad almeno 20: "Un cartello all'ingresso di un ristorante può far sentire una coppia protetta e tutelata".

Piccoli semi che però, secondo gli organizzatori del Pride, devono essere solo la base di un'impalcatura da innalzare con l'aiuto delle istituzioni. In Regione, dopo l'affossamento nella precedente consiliatura, è ripartito il percorso della legge contro l'omobitransfobia: "Stiamo ricucendo lo strappo - prosegue Armigero - e il lavoro è sullo stesso disegno di legge. Bisogna, ovviamente, ripetere tutta la trafila consiliare tra commissioni e audizioni ma siamo fiduciosi in un esito positivo. Nel frattempo si può anche intervenire su altri fronti. Chiederemo al Comune di Bari di istituire un registro di genere sul modello di quello istituito a Milano. In questa maniera, molto praticamente, si potrà cercare di moltiplicare le circostanze in cui l'identità di genere possa essere riconosciuta, ad esempio sottoscrivendo un abbonamento a un mezzo pubblico, ad una utenza o evitare la dispersione scolastica. La legge attuale, d'altra parte, risale addirittura al 1984". Partire dal basso, dunque, per tutelare proprio i più deboli di fronte alle discriminazioni. 

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