Tavolini sui posti auto, molti locali esclusi. Costi alti e permesso solo per quelli con cucina: "Riapre non più del 30%"
L'installazione e l'utilizzo di cosiddetti Parklet, è accordata, si legge nella delibera, ad attività di ristorazione con somministrazione, birrerie, pub, enoteche ed esercizi simili con cucina”. Del Mastro: "Tanti decideranno di non riaprire"
La soluzione delle pedane per ricavare nel posto auto adiacente al locale uno spazio cinque metri per due per sedie tavolini non sembra aver entusiasmato i gestori di pub e ristoranti di Bari. Il provvedimento concordato dal Comune con le associazioni di categoria, tramutato poi in una delibera, sembra presentare diversi problemi: modalità e costi soprattutto. Le prime escludono gli esercizi non dotati di proprie cucine, riducendo la platea dei potenziali utilizzatori del provvedimento.
“L'installazione e l'utilizzo di cosiddetti Parklet, infatti, sarà accordata solo a esercizi di ristorazione individuati dal codice Ateco 56.10.11: “Ristorazione con somministrazione; attività degli esercizi di ristoranti, fast-food, rosticcerie, friggitorie, pizzerie eccetera, che dispongono di posti a sedere; attività degli esercizi di birrerie, pub, enoteche e altri esercizi simili con cucina”. Altro problema sono i costi di installazione, che si aggirano tra i 3 e i 5 mila euro. Un investimento pesante per attività in sofferenza da oltre un anno, con debiti accumulati, incertezze sull’andamento dei contagi e il prossimo “colore” della regione, cui si aggiunge il periodo breve di permanenza della struttura, da smantellare entro il 15 settembre.
Una soluzione di emergenza, quindi, che non accontenta molti dei gestori baresi privi di spazi esterni appositi e marciapiedi troppo piccoli per accogliere tavoli, sedie e clienti, costretti così a non riaprire i propri esercizi. A tutto ciò si aggiunge il problema del coprifuoco alle 22 che impedisce a molti di programmare il lavoro nella fascia oraria, la sera, dove può accogliere più clientela, rispetto al giorno. Soprattutto in assenza di turisti in giro per la città. “Circa il 50 per cento delle attività – spiega il ristoratore Gianni Del Mastro – non ha spazi esterni, quindi non potrà riaprire per legge. A questi si aggiungono un 20 per cento di quelli che hanno deciso di non riaprire, che non riescono per motivi economici. Di fatto quelli che hanno riaperto sono all’incirca il 30 per cento del totale delle attività”.