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I ragazzi di Chiccolino ripuliscono le rotatorie di San Girolamo: "Un'azione di Giustizia riparativa, nell'impegno per la comunità"

“È un percorso che rientra nella sperimentazione del nostro centro – spiega il referente Raffaele Diomede – di cui fanno parte minori a rischio e autori di reato: è rigenerazione umana"

Ragazzi impegnati a ripulire da rifiuti ed erba incolta tre rotatorie del quartiere. Armati di guanti, sacchi e rastrelli minori autori di reati entrati nel circuito penale e seguiti dal centro diurno Chiccolino hanno dato vita a San Girolamo a una delle azioni definite di Giustizia riparativa. Un percorso che li ha portati a compiere gesti utili alla società e alla comunità, assieme alle associazioni di quartiere, su tutte la IX maggio.

“È un percorso che rientra nella sperimentazione del nostro centro – spiega il referente Raffaele Diomede – di cui fanno parte minori a rischio e autori di reato, condiviso con ragazzi. Lo definiamo percorso di rigenerazione umana, utile a dimostrare il valore di questi ragazzi al di là del reato che hanno compiuto. Il loro è un gesto riparatore rispetto attraverso azioni di rigenerazione urbana e cittadinanza attiva”. Così si scopre che quello di Chiccolino a Bari è una sorta di progetto pilota, il primo del genere in Puglia e modello anche in Italia, dove i ragazzi sono responsabilizzati e provano e rimuovere da sé l’etichetta di responsabili di reato, sentendosi parte integrante della comunità cittadina.

“Tra i percorsi – racconta ancora – c’è quello che vede un gruppo aiutare i bimbi più piccoli del quartiere col doposcuola e attività ludiche in favore di bambini provenienti da famiglie disagiate del quartiere, loro diventano dei tutor, come fratelli maggiori. Altri, ogni sabato compiono azioni di riqualificazione urbana, ogni sabato, con Retake, come avviene ad esempio con la pulizia del litorale di San Girolamo, i parchi della zona o la riqualificazione di scuole vandalizzate”.

Una serie di azioni importanti per loro che contribuiscono che possono così sentirsi efficaci e avere ruolo sociale, facendo qualcosa di utile per il quartiere attraverso un ruolo che è valore e non disvalore, si sentono attivi e parte della città.

“Non solo – racconta ancora Diomede - questi interventi spesso sono fatti assieme a cittadini residenti e associazioni e ciò fa sì che i ragazzi sentano meno il pregiudizio nei loro confronti. Questo è molo importante, perché li toglie l’etichetta e il pregiudizio di dosso. Dà l’idea che c’è una comunità che si prende cura di questi ragazzi, li aiuta a comprendere che non c‘è nessuno che li giudica, ma che in quel momento si è tutti uguali, dalla stessa parte. Un aspetto che ha una doppia valenza educativa più efficace di qualsiasi forma di detenzione. È l’idea che se hai sbagliato puoi restituire alla società qualcosa e dimostrare che esistono percorsi possibili”.

Percorsi che si rivelano efficaci, per la riabilitazione di ragazzi che provengono da storie più che complicate e ambienti difficili. “Una volta al mese – aggiunge Diomede - ci incontriamo per fare la restituzione delle attività, ci si incontra con le associazioni e le istituzioni, con i comitati di quartiere e gli stessi ragazzi per parlare e mediare le esperienze, capire ciò che abbiamo fatto e condividerlo con la comunità. Così ha senso la giustizia riparativa, fatta non solo con gli assistenti sociali ma con tutta la comunità che mi piace definire educante, che si prende cura di questi ragazzi che a modo loro spesso sono delle vittime, figli di dolori e sofferenze. Credo che stiamo sperimentando col nostro progetto una piccola grande rivoluzione. Tutti i ragazzi usciti da Chiccolino da luglio 2019 a oggi non sono ricaduti in recidive, non hanno più commesso reati, lavorano, hanno la loro vita e hanno ripreso gli studi. Da Bari – conclude - parte quindi un modello sperimentale e innovativo di giustizia a misura di ragazzo, che dimostra come sia possibile un percorso del genere e non solo l’azione sanzionatoria, un percorso che lavora sul valore umano e non sull’errore commesso”.

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